Chieti. “Come al solito, sempre sotto campagna elettorale, gli amministratori uscenti si ricordano di essere stati tali e ripropongono lo stesso copione che si appalesa con la corsa ad affittare una sede elettorale che sia più centrale di quella dell’avversario”.
Così in una nota il vicesegretario di Giustizia Sociale, Vittorio Cimini, che aggiunge: “In queste amministrative addirittura nello stesso stabile troviamo i candidati sindaci dei maggiori partiti uno sopra l’altro, quasi a testimoniare che non è importante l’appartenenza ad uno schieramento piuttosto che un altro, ma l’interesse è solo quello di mantenere la poltrona. Purtroppo un atteggiamento che ritroviamo a cascata nella maggior parte dei candidati consiglieri uscenti, i quali farebbero cosa più gradita se raccontassero quello che hanno fatto nel periodo che li ha visti impegnati nell’Assise Civica. La politica è cosa seria, il voto è cosa serissima, come si può pensare di puntare solo sulla visibilità propinata in 20 giorni di campagna elettorale? Non è un’offerta commerciale! Questo modo di proporsi, forse anche troppo invadente e poco rispettoso nei confronti dei cittadini, non fa altro che sminuire un ruolo, quello del candidato, che non deve avere lo slogan più bello, il comitato elettorale più in vista, la foto meglio riuscita su manifesti e santini, ma la consapevolezza di essere credibile e sapere che il voto di ogni singolo cittadino è prezioso, perché dare una preferenza significa mettere nelle mani di qualcuno, almeno per i prossimi 5 anni , il futuro della propria città. La sede di Giustizia Sociale è aperta tutti i giorni da almeno 10 anni in Via degli Agostiniani, sede che è un laboratorio di idee, sede operativa sempre, anche quando non ci sono competizioni elettorali”.
“Non è la politica che onora l’uomo, ma l’uomo che onora la politica – conclude Cimini – con questo messaggio invitiamo i tanti volti nuovi a non sparire dopo la competizione elettorale, indipendentemente dal risultato ottenuto, che non siano meteore ma punto di riferimento per i cittadini ai quali oggi si rivolgono per chiedere consenso”.