Pescara. Al via il progetto sperimentale ‘Una famiglia per una famiglia’, sviluppato dalla Fondazione Paideia a partire dal 2003, in partnership con realtà pubbliche e private di numerosi territori italiani, tra cui anche il Comune di Pescara, firmatario con Asl e Caritas dell’Accordo di programma del progetto, che avrà la durata complessiva di due anni.
Il progetto, che si pone come sostegno alle famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria quotidianità e nelle relazioni educative con i figli, è già attivo nel Comune di Torino dal 2005 quale parte integrante delle Politiche sociali del territorio; viene ora adottato anche dal Comune di Pescara e sarà presentato ai cittadini il prossimo sabato 6 maggio, alle ore 21:00, presso la Sala Consiliare.
“Si tratta del primo progetto in Abruzzo sull’affido familiare, nel senso di affido non solo del minore, ma dell’intera famiglia che necessita di supporto”, ha affermato Marinella Sclocco, assessore regionali alle Politiche sociali.
Si tratta di un intervento di sostegno ‘non professionale’, ossia che non riguarda i soggetti interessati da un decreto di affido emesso dal Tribunale dei Minori, le cui pratiche rientrano nell’ambito definito ‘professionale’.
‘Una famiglia per una famiglia’ si pone come sostegno temporaneo a famiglie fragili con minori, ed è finalizzato ad aumentare la collaborazione tra pubblico e privato e ad incrementare le relazioni tra famiglie ed enti istituzionali: infatti, i Comuni italiani che hanno aderito all’iniziativa, si sono resi operativi con il contributo di terzo settore, Fondazioni private e di origine bancaria.
Il progetto viene coordinato da un’équipe tecnica che si occupa di tutte le fasi dello sviluppo operativo, della selezione delle famiglie, del monitoraggio e della valutazione, in partnership con realtà associative e gruppi familiari del territorio. Il tutor, una persona con esperienza nell’ambito dell’affido e dell’accoglienza, può essere un operatore del sociale, un volontario, una persona con esperienze di affidamento, un membro di un’associazione.
Per tutta la durata del progetto, il tutor deve essere in contatto costante con l’assistente sociale del Comune che segue la famiglia in difficoltà.
Periodicamente, le due famiglie, insieme al tutor, si incontrano con l’assistente sociale per un aggiornamento generale sul progetto.
Il progetto sperimentale coinvolge di solito otto famiglie, che ricevono mensilmente un piccolo rimborso spese a seconda delle modalità affidatarie concordate, e prevede un impegno di circa un anno nei confronti del suo nucleo familiare da supportare.
Si tratta di un ‘sistema familiare’ che interagisce con un altro ‘sistema familiare’: l’obiettivo è quello di condividere momenti ed esperienze con un’altra famiglia, in semplicità e in un’attitudine di ascolto e reciprocità, nell’ottica non giudicante di una reale apertura e accoglienza verso gli altri. Ogni progetto ha poi degli obiettivi e delle modalità di svolgimento specifiche.
Le due famiglie coinvolte nell’interazione, insieme al tutor e all’assistente sociale, concordano i contenuti del progetto scrivendoli su un documento firmato da tutti i partecipanti, nel quale sono indicati gli impegni di ciascuno, le attività previste e i tempi dell’affiancamento.