L’Aquila. “La sede abruzzese dell’Agenzia unica regionale per le ispezioni sul lavoro, che accorperà di fatto le funzioni della Direzione provinciale per il lavoro, dell’Inps e dell’Inail deve avere sede a L’Aquila, dove funziona già la Direzione territoriale del lavoro.
E’ l’esito naturale della riorganizzazione in corso con il Jobs act e ci opporremo ad ogni altra soluzione, come quella paventata nella bozza tecnica di decreto, di uno spostamento a Pescara, che siamo certi sia solo un’ipotesi priva di fondamento e che verrebbe vissuta come un vero e proprio scippo a L’Aquila, che si sta risollevando anche grazie all’impegno del Parlamento e del Governo”. Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, eletta in Abruzzo.
“La riforma del lavoro del Jobs act – spiega Stefania Pezzopane – prevede, tra le varie innovazioni, l’istituzione dal primo giugno 2016 di un’Agenzia unica per le ispezioni sul lavoro, con una sede nazionale a Roma e 18 sedi regionali, di cui appunto una in Abruzzo. Il testo del decreto attuativo che istituisce l’Agenzia è ancora solo in bozza e dovrebbe arrivare in un prossimo Cdm non ancora fissato.
La nostra preoccupazione – oserva la senatrice – nasce dalla relazione illustrativa, dove si fa esplicito riferimento alla possibilità che in Abruzzo la sede dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro non sia nel capoluogo di regione, ma bensì a Pescara, con la scusa che a L’Aquila non sarebbero disponibili immobili di proprietà dello Stato abbastanza capienti.
Ciò non è vero, ci sono ampi locali di proprietà pubblica a disposizione della nuova agenzia e ci batteremo contro questa ipotesi evidentemente comoda per qualche burocrate che vuole l’ufficio sotto casa. Per questo – conclude Pezzopane – ho già interloquito in queste ore con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario Teresa Bellanova che mi hanno detto che il decreto deve ancora arrivare in Consiglio dei ministri, è solo una bozza predisposta dagli uffici e dunque c’è il tempo per mettere le cose a posto, ma se cosi’ non fosse continuerei una strenua battaglia in Parlamento”.
Lettera Cialente a Renzi: ‘L’Aquila città umiliata’
“Sorpreso ma soprattutto “umiliato perché il testo sembra rappresentare l’immagine di una città ormai distrutta e priva di speranze”. Così il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente in una lettera al premier Matteo Renzi, al sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Al centro la sede regionale dell’Agenzia del Lavoro indicata in Pescara in quanto all’Aquila non ci sarebbero immobili disponibili. Cialente al Governo: “Ripensateci”.
Agenzia unica del lavoro: Sangermano (Cisl) “ La sede spetta all’Aquila”
“La sede dell’Agenzia unica regionale del lavoro non può che essere L’Aquila. E’ assurdo continuare a parlare di legge sull’Aquila capoluogo, un contenitore da riempire di sostanza, quando nei fatti il capoluogo di Regione viene svuotato delle competenze che gli spettano di diritto”. A scendere in campo contro l’ipotesi dell’istituzione a Pescara dell’Agenzia unica regionale del lavoro è Paolo Sangermano, segretario Cisl della provincia dell’Aquila, che invita la Regione “ad attivarsi concretamente perché quanto delineato dal Governo nella relazione tecnica del decreto- legge, venga scongiurato e all’Aquila sia riconosciuto un ruolo centrale”. “Proprio in virtù della ricostruzione post-sisma che sta interessando la città”, afferma Sangermano, “e del progetto di riorganizzazione strutturale e logistica, L’Aquila si presta ad ospitare la nuova Agenzia unica del lavoro, vista anche l’ipotesi di accentrare, in un’unica sede – il palazzo del welfare – tutti gli uffici amministrativi. Un passo che darebbe seguito, concretamente, agli indirizzi delineati dalla legge regionale sul capoluogo, che non può essere solo l’ennesimo proclama privo di risvolti reali atti a rilanciare l’economia, il ruolo, l’organizzazione e il tessuto sociale della città colpita dal terremoto del 2009”.
Movimento 5 Stelle: ‘Rapina istituzionale del Partito Democratico’
Articolo 1, comma 3 dello Statuto della Regione Abruzzo: “L’Aquila è il Capoluogo della Regione Abruzzo e sede degli organi istituzionali”.
Noi aquilani ci siamo spesso, anzi purtroppo spessissimo, necessariamente dovuti appellare a questo piccolo-grande articolo dello Statuto Regionale difeso con i denti e con i moti a causa dei soliti sciacalli scippatori e anche oggi ci siamo trovati di fronte, dopo la denuncia del consigliere comunale Angelo Mancini, a un nuovo, chiaro e premeditato progetto diabolico di furto istituzionale.
Un furto che proviene proprio dal partito di maggioranza in Regione.
Maggioranza di cui fa parte anche un aquilano che del campanilismo estremo ne ha fatto il principio cardine della propria campagna elettorale tappezzando il capoluogo di manifesti neroverdi che “consigliavano” di votare aquilano.
Ebbene gli stolti che hanno abboccato, sostenendo il suo partito ed entusiasmandosi agli annunci dell’attuale presidenza, in questi giorni stanno avendo significative risposte che lasciano una comunità, ormai all’orlo del collasso, a rendersi maggiormente conto di essere odiata e isolata, rimanendo con la solita rabbia per l’ennesima presa in giro.
Mentre alcuni media locali lodano in pompa magna l’operato dei beniamini, una notizia sta circolando quasi sottovoce e riguarda il decreto legislativo, inserito nel Jobs Act, sulla “Semplificazione delle attività ispettive in materia di lavoro e di legislazione sociale” dove i colleghi di partito dell’ aquilana di Onna, Stefania Pezzopane, hanno evidenziato che “gli Uffici dell’Agenzia non necessariamente devono avere sede nel capoluogo di regione, in quanto tale scelta non sempre appare funzionale alle attività di coordinamento che è loro richiesto, ad esempio in Abruzzo, anziché L’Aquila, dove peraltro non è disponibile alcun immobile, è possibile disporre di una sede capiente a Pescara”.
Un articolo che lascia, oltre che di stucco, ben poco spazio alle interpretazioni; ci piacerebbe davvero conoscerne la firma da queste parti.
Al di là dell’ennesimo, vergognoso, putrido tentativo di rapina istituzionale da parte del Partito Democratico ai danni del capoluogo, mi chiedo: ma dove sono tutti gli altri?
Che fine hanno fatto i vari paladini del capoluogo di destra e sinistra che in ogni campagna elettorale sventolano il campanile e l’identità cittadina per poi tradirli una volta ottenuto lo scranno?
Addirittura abbiamo anche dovuto sopportare gli assurdi entusiasmi del sindaco Cialente, e della sezione aquilana del Partito Democratico tutto, nei confronti della sagra dell’aria fritta chiamata “legge sull’aquila capoluogo”; a nostro avviso un’ennesima presa in giro, un penoso tentativo di operazione di facciata volto a giustificare la solita pochezza politica che contraddistingue, da sempre, gli eletti aquilani all’emiciclo.
Non si può e non si deve rimanere indifferenti a quest’ennesimo scippo che, senza una risposta forte da parte dei cittadini, rischia davvero, dal primo gennaio 2016, di concretizzarsi in realtà nonostante i proclami dell’ultimo minuto dei protagonisti che chiedono di far chiarezza sulla vicenda.
Noi in realtà un’idea chiara e netta ce la siamo fatta e non è stato affatto difficile.
E’ un rischio che non possiamo correre.