Il presidente regionale del Partito Democratico, Manola Di Pasquale, si schiera accanto al Comune di Teramo nella diatriba con la Ruzzo Reti.
“La nomina dell’attuale CdA dell’azienda è stata ed è un atto di forza e di arroganza, teso esclusivamente a perpetuare un privilegio, facendo conservare ad alcuni postazioni di comando necessarie a consolidare un sistema teso alla tutela di interessi di pochi, non certo dei cittadini, col fine ultimo di far crescere il consenso di gruppi di potere attraverso una manifestazione del “diritto al lavoro” incardinata su criteri di selezione lontani dal merito – ha detto la Di Pasquale – Siamo convinti, e l’abbiamo sempre affermato, che l’essere governace di una istituzione importante come quella della Ruzzo Reti richieda responsabilità, senso dell’istituzione e rispetto verso i Comuni soci, ma ancor più verso il cittadino utente al quale non si può propinare “favolette” per coprire proprie incapacità e gravi irregolarità”.
E ancora: “La Ruzzo Reti necessita di un progetto industriale che, per singole voci, rimetta in sicurezza la società, non metta a rischio la futura concessioni in house e soprattutto riduca il costo della tariffa. Invece, questo CdA nato irregolare, di fatto non ha mai presentato un vero progetto industriale per migliorare il servizio di gestione dell’acqua, e quindi ridurre il costo della tariffa rendendo più leggera la bolletta, impegnandosi al contrario solo a sanare, con artifici, la propria genetica irregolarità, allo scopo di mantenere il potere. Questo CdA ha aumentato negli anni i costi operativi, la spesa per il lavoro interinale e per le società di servizi, le spese per le consulenze e si è distinto nell’assegnazione di incarichi. Questo CdA vanta un bilancio in attivo, solo perché ha ritenuto bene di nascondere milioni di euro di debiti, dietro vetusti e irrecuperabili crediti.
Questo CdA, che si è per ben due volte dimesso e rinominato, che non ha voluto al suo interno componenti espressione dei sindaci del Partito Democratico e di Centrosinistra per non essere controllato, cerca ora di propinare all’ignaro utente la favola del lodo che attesterebbe la sua piena legittimità. E’ falso: nulla di tutto ciò è scritto nel lodo”.
Il presidente regionale continua poi sostenendo che “per inettitudine del Sindaco di Teramo, si siano prodotti costi a carico dei cittadini è vergognoso, visto che contestare situazioni di illegittimità non è un diritto, ma un dovere di chi ha a cuore un bene comune importante come l’acqua e cerca di ridurre i costi per i cittadini .
Proprio quegli stessi cittadini sulle spalle dei quali la presidente del Ruzzo ha posto, per oltre tre anni, i compensi dei componenti del CdA, addirittura liquidati ben oltre i limiti previsti dalla legge. Ha forse dimenticato, la stessa presidente, che l’aumento dei costi di gestione determina l’aumento delle tariffe, la diminuzione degli investimenti sulle reti e la crescita dell’indebitamento? Chi paga tutti questi costi? E chi pagherà i danni di una gestione scellerata, che sta portando l’ente ad un pericoloso livello di indebitamento? La risposta è scontata e amara: i cittadini”.
Oltre Teramo: il Pd deve prendere atto della realtà. “Attendevamo con ansia l’intervento di Manola Di Pasquale sul Ruzzo e, come al solito, non siamo rimasti delusi”, commenta il consigliere comunale della lista civica Oltre, Luca Corona.
“La Di Pasquale, dimentica opportunamente quali gestioni del Ruzzo abbiano condotto l’Ente ad avere ben 106 milioni di euro di debiti (dobbiamo davvero ricordarle che furono le gestioni partitocratiche PPI PDS, poi Margherita-Ds ed infine PD?!) e sorvolando sul fatto che la gestione Forlini-Cognitti-Grotta ha interrotto quella spirale, quella si vergognosa, e ha dato avvio ad una gestione virtuosa, che ha ridotto i debiti, ha riorganizzato l’ente, sta saldando i vecchi debiti con i comuni soci, e viene oggi presa ad esempio per la gestione della sicurezza dell’acqua dal commissario di Governo”.
“Manola Di Pasquale e tutto il Pd farebbero bene a prendere atto della realtà: il cda del Ruzzo e’ pienamente legittimo ed operativo, dopo essere stato eletto (eletto e non nominato, caro avvocato Di Pasquale!) da una larga maggioranza di Sindaci e non vi consentirà di rimettere le mani sull’acquedotto almeno fino al 2023, onde evitare che possiate ricominciare a fare i danni del passato. Noi comprendiamo che per la di Pasquale la parola elezione sia un po’ più complicata di quella a lei più consona, nomina, così come siamo lieti della sua soddisfazione per l’ennesimo ricorso perso: sapesse quanto siamo soddisfatti noi! Infine, lasciando perdere da che pulpito viene la predica (vi ricordate il consorzio agrario?) forse vale la pena che il pd non utilizzi strumenti di distrazione di massa e si dedichi a rimettere il piedi la baracca del Comune di Teramo dove, in esito ad una superlativa operazione di trasformismo politico e alla decisione di D’Alberto di nominare ben 9 assessori, nell’ultima prova consiliare la maggioranza e’ scesa da 24 a 19 voti, segno di una chiara instabilità politica che fa seguito a due anni di totale immobilismo amministrativo. Se ci tenete davvero ai cittadini invertite subito la rotta e datevi da fare: magari iniziate da una cosa semplice, il taglio dell’erba, poiché tanto più di questo non siete in grado di fare. E ormai lo hanno capito tutti”.