Teramo, Rifondazione Comunista torna in piazza contro le guerre

Nella mattinata di sabato 28 maggio 2022, la Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha organizzato un presidio – conferenza stampa in Largo San Matteo a Teramo, davanti alla sede della Prefettura e in concomitanza con il mercato settimanale, per propagandare alla cittadinanza e agli organi d’informazione la campagna nazionale del partito: “Contro le guerre e il carovita, difendiamo i redditi di lavoratori e pensionati e i ceti popolari”.

I militanti di Rifondazione, con il Segretario provinciale Mirko De Berardinis, hanno organizzato così una protesta pubblica effettuando un volantinaggio lungo Corso S.Giorgio ed allestendo striscione e manifesti con su scritto: “Contro tutte le guerre, fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia, no all’invio di armi in Ucraina, stop spese militari, basta carovita”.

“Rifondazione Comunista è tornata in piazza oggi a Teramo e in tutte le città d’Italia – ha dichiarato il Segretario De Berardinis – per condannare la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di aver portato il nostro Paese in guerra con il continuo invio di armi in Ucraina e con l’introduzione ogni giorno di nuove sanzioni contro la Russia che non fanno altro che inasprire ed alimentare il conflitto. L’invio di armi sempre più potenti e la drammatica intensificazione delle operazioni militari nel teatro ucraino, producono sempre maggiori lutti al popolo ucraino, aumentano i rischi di un prolungamento indefinito nel tempo della guerra, di coinvolgimento di paesi vicini e di ricorso ad armi nucleari. La guerra parallela, quella delle sanzioni, è inutile al pari dell’invio di armi per fermare il massacro mentre produce effetti disastrosi sulle economie europee facendo crescere ancora di più i prezzi delle materie prime, dei cereali e dell’energia e a cascata di tutti gli altri beni. Siamo di fronte alla palese violazione del “ripudio della guerra” sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione. Bisogna fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia, della mediazione e della trattativa, con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone in un’Ucraina neutrale e demilitarizzata”.

E ancora: “Il governo Draghi e l’Unione Europea rispondono con politiche fiscali e monetarie recessive che sommandosi all’inflazione sempre più alta produrranno chiusure di aziende, disoccupazione, ulteriore perdita del valore d’acquisto dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori e dei redditi dei ceti popolari, ampliamento del numero di famiglie ridotte in povertà che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Di fronte a quello che si prefigura come l’ennesimo massacro sociale il governo aumenta le spese militari al 2% del PIL, taglia la spesa sociale e non fa nulla per il carovita. Difronte ad un governo che parla di pace, ma di fatto sostiene la guerra, la nostra campagna richiama la necessità di estendere le lotte per: fermare la guerra e il riarmo e chiedere l’avvio immediato di trattative di pace, il blocco degli aumenti delle bollette, prezzi calmierati sui generi alimentari di prima necessità, aumenti generalizzati di salari e pensioni e una nuova scala mobile. Diciamo anche dove trovare le risorse per finanziare questi obiettivi: tassando gli extraprofitti delle grandi aziende che lucrano sugli aumenti, utilizzando il gettito extra dell’iva prodotto dai rincari, con l’introduzione di una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze al di sopra di 1 milione di euro, con un taglio consistente delle spese militari”.

“Siamo contro la guerra, senza sè e senza ma”, concludono. “Per questo non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto della Nato in testa. L’Unione Europea e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA, agli ordini di Biden e della Nato, invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Rifondazione Comunista continuerà a mobilitarsi per la pace e il disarmo, contro il carovita e le politiche liberiste e guerrafondaie del governo Draghi”.

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