“A distanza di circa due anni dallo svolgimento del consiglio comunale congiunto tra la città di Teramo e la città de L’Aquila, durante il quale fu redatto un documento unitario con il quale si chiedeva alla Regione di definire con chiarezza la prospettiva della nuova rete ospedaliera e garantire ad entrambe le città capoluogo un DEA di II livello, dobbiamo riscontrare come non vi sia stato alcun tipo di produzione di contenuti”.
Inizia così la lunga lettera del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, inviata alla stampa, in vista anche di quello che sarà l’incontro di domani alla Camera di Commercio, dove si paleserà (forse) il progetto del nuovo nosocomio da parte della Regione Abruzzo e della Asl.
“E’ notizia di oggi che la Regione abbia inviato a Roma il piano di riordino della rete ospedaliera, che rappresenta la base per ogni ragionamento sui presidi: nei fatti, dunque, fino ad oggi abbiamo discusso del nulla. E questo anche alla luce del fatto che, da quanto apprendiamo dagli organi di stampa, di fatto la programmazione regionale non prevederebbe alcun ospedale di secondo livello ma solo funzioni condivise tra i quattro presidi. Eppure la pandemia, che purtroppo ancora non possiamo considerare un lontano ricordo, ci conferma, nel quotidiano di ciascuno, come il miglioramento dell’offerta sanitaria sia una assoluta priorità: lo è certamente per la mia amministrazione che torna a ribadire come Teramo Città Capoluogo pretenda un nuovo ospedale, che sia punto di riferimento a livello provinciale nonché competitivo su scala nazionale”.
E ancora: “Un nosocomio che esprima risorse professionali e tecnologiche adeguate e che non può certamente declinarsi in una mera delocalizzazione del Mazzini, verso la quale l’amministrazione ha da sempre espresso e continua ad esprimere totale contrarietà; qualsiasi scelta afferente il nuovo presidio ospedaliero deve essere una scelta della collettività teramana, ma tuttavia difronte ad una totale assenza di prospettiva sul futuro della Sanità regionale ad oggi ogni ragionamento si presenta privo di fondamenti. Diviene, così, assolutamente necessario che la Regione fornisca chiarezza sulla pianificazione e programmazione della rete ospedaliera e territoriale, quale prerequisito per poter ragionare delle nuove strutture: alla data odierna gli atti della Regione, in quest’ambito, sono carenti e non consentono un dibattito certo. Del piano inviato a Roma non conosciamo ancora i contenuti, se non quello che abbiamo letto sui giornali. Di certo non vi è stata nessuna condivisione con i territori, così come non sembra esserci nessun riequilibrio tra le quattro province. Ma non solo. Perché manca chiarezza anche sui fondi disponibili e su come andare ad intercettare le ulteriori risorse necessarie all’intervento”.
Per D’Alberto, “ci è noto che, al momento, la disponibilità di fondi ammonta a 120 milioni di euro, che sono risorse del territorio teramano e che non devono essere investite altrove. Al contempo sappiamo tutti che non sono fondi sufficienti per la realizzazione di un nuovo ospedale, da qui la necessità che la Regione chiarisca in via definitiva anche tale aspetto. Infine, per ciò che concerne la futura localizzazione del nuovo presidio, ad oggi abbiamo un sito che è quello del Mazzini, che questa maggioranza di governo cittadino ha voluto inserire tra quelli da valutare per la realizzazione del nuovo nosocomio, apportando così una evidente correzione ad un errore commesso, negli scorsi anni, dal centrodestra teramano. Per questo ritengo sia assolutamente necessario chiarire se ci siano, e nel caso, quali siano, gli elementi tecnici e sanitari per i quali sarebbe non conveniente o non sicuro realizzare in quella stessa area il nuovo presidio ospedaliero, che ha ragione di esserci soltanto quando migliori l’offerta complessiva della sanità teramana; di contro la realizzazione di un’altra struttura si tradurrebbe nella mera sostituzione del Mazzini, un intervento privo di valore aggiunto che non troverebbe alcun senso. La Regione, dunque, chiarisca una volta per tutte qual è la sua visione della sanità e si confronti, per la prima volta in modo trasparente, con i territori e con chi, ogni giorno, tra mille difficoltà, lavora per garantire ai cittadini servizi efficienti e al passo con i tempi. Perché spetta alla collettività teramana, e a nessun altro, decidere senza pregiudizi ma con chiarezza del futuro della propria sanità”.