“La Ruzzo Reti ancora una volta non si apre al dialogo e pone in essere l’ennesima prova di forza, ricadente sulla scelta del collegio sindacale che esprime una terna di professionisti riconducibili alla medesima area politica di chi governa l’organo di indirizzo, ovvero il consiglio di amministrazione. Tali accadimenti continuano inevitabilmente a riflettersi anche sui cittadini, interessati sempre dal pagamento di tariffe particolarmente pesanti, onerose e non proporzionate: un incremento da intendersi teso a coprire gli elevati costi di gestione della struttura societaria”. A dirlo il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, in merito al rinnovo delle cariche di ieri.
“Il collegio sindacale, che si ipotizza debba essere neutrale, di vigilanza, di controllo dello stato di salute della società, auspicando così una condivisione, una discussione che prevedesse il coinvolgimento di tutti i soci, che hanno il diritto oltre che il dovere, ovviamente, di controllare la società; ma ciò non si è verificato. Il dato che si rileva, però, parte dai numeri: su 36 sindaci, soltanto 21 hanno votato il collegio sindacale prescelto, registrando una spaccatura netta all’interno della società pubblica più importante del nostro territorio, la società che gestisce il bene acqua. Il dato emerso pone, così, in evidenza un fatto importante: se prima eravamo soli come amministrazione comunale a gridare contro tale modalità di gestione, ad alzare le barricate, a levare la voce, ora, per la prima volta, a mettere in campo questa azione di rottura per il bene dei cittadini contro queste modalità di gestione della società, il fronte si è allargato; la breccia è diventato un solco trasversale, perché oggi la posizione comune è una posizione di tutto il fronte di coloro che non sono allineati con chi sta gestendo questa società, con l’aumento esponenziale dei costi e mette a rischio l’affidamento in house alla scadenza del 2023″.
E ancora: “La posizione assunta anche dal sindaco di Montorio, Fabio Altitonante, ormai, dimostra che anche l’area del centrodestra è completamente spaccata e fa registrare un segnale importante e tangibile di come la situazione stia cambiando e che quanto accaduto sia l’ennesimo schiaffo alla società. Da ultimo, non si può non registrare che una tale chiusura sta a significare la volontà assoluta di sottrarre la struttura del Ruzzo a qualsiasi forma di controllo interno, come in questo caso, ed esterno laddove si è contestata fino a qualche settimana fa l’azione di controllo e verifica dell’autorità d’ambito dell’ERSI”.