I consiglieri comunali di Futuro In, Maurizio Salvi e Franco Fracassa, attaccano l’amministrazione comunale dopo la denuncia del titolare dell’hotel Abruzzi di Teramo di non poter garantire più la permanenza dei terremotati del 2016 a causa della mancata corresponsione di circa 100.000 euro da parte della Regione Abruzzo a titolo di rimborso.
“Non comprendiamo la leggerezza con la quale l’assessore al sociale Mistichelli ed il Sindaco di Teramo D’Alberto, trattano la questione – dicono i consiglieri – Dalle esternazioni dell’imprenditore alberghiero teramano e da altre notizie apprese in città, nonché dalle promesse elettorali, mai così vane, ci risulta che l’unica attività in cui sia impegnato l’assessore Mistichelli è quella di promettere il pagamento mensile del contributo di autonoma sistemazione nonché fantomatici interventi presso la Regione Abruzzo per sollecitare il pagamento degli albergatori”.
“Ebbene i risultati ottenuti dal giovane assessore non sono assolutamente in linea con le promesse fatte, nonostante i cinque mesi trascorsi dall’insediamento, nonostante la nota vicinanza politica con il capogruppo del PD in Consiglio Regionale Sandro Mariani, autosospeso anche dai problemi dei teramani – proseguono – Siamo certi che l’assessore Mistichelli ed il suo padrino politico, Sandro Mariani, si rendano conto della gravità della situazione in considerazione del fatto che il contributo per l’autonoma sistemazione ai cittadini ed i rimborsi agli albergatori non vengono pagati dal mese di agosto”.
LA RISPOSTA DEL PD. “Francamente spiace leggere prese di posizioni di basso respiro e strumentali di questo genere che denotano, peraltro, una scarsa conoscenza dei meccanismi amministrativi, cosa più grave se si pensi che uno dei due firmatari è stato persino assessore all’Urbanistica e all’Edilizia nella passata amministrazione di centrodestra e, pertanto, dovrebbe avere ancora qualche ricordo di quella che è la situazione reale”. A dirlo è il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, Luca Pilotti.
”Eicordo che forse il capogruppo Fracassa cerca di rimuovere in questa maniera, perché altrimenti dovrebbe spiegare ai cittadini come nacque la vicenda della doppia scheda di valutazione che ebbero a partorire gli uffici tecnici sotto il suo assessorato e che poi ha portato alla dolorosa vicenda di Palazzo Pompetti, che tutti purtroppo conosciamo. Senza fare polemiche, del tutto fuori luogo, visto che trattiamo di sofferenze dei nostri concittadini, sarà bene però fare chiarezza sulle “inesattezze” propalate con generosità nel poderoso documento mandato alle stampe e su come realmente stiano le cose. Va ricordato ai due firmatari, allora, che i contributi di autonoma sistemazione vengono erogati attingendo al Fondo di coesione sociale della UE; che l’Unione destina le somme necessarie al Dipartimento centrale della protezione civile (che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri), la quale a sua volta, li gira alla Regione (in questo caso la nostra) e segnatamente al COR (Centro Operativo Regionale) che, infine, li destina ai Comuni del cratere, sulla base della rendicontazione compilata dai comuni stessi circa i fabbisogni relativi alle persone cui spetta il contributo di autonoma sistemazione. Dimenticano quindi, il capogruppo Fracassa ed il consigliere Salvi, che la Regione, il COR ed i comuni destinatari, nulla possono fare (se non quotidiani atti di sollecitazione), se la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di conseguenza la Protezione Civile centrale, trattengono le somme che arrivano dall’Europa e non le trasferiscono ai destinatari istituzionali. Omettono di dire che con il Governo precedente a quello del “Cambiamento” in carica, i tempi di trasferimento erano inferiori della metà circa i tempi odierni. Tra l’altro, e per fortuna, a dimostrazione dell’impegno profuso dall’Amministrazione e dall’Assessore Mistichelli, possiamo dire che finalmente la situazione degli arretrati ad oggi in essere si è sbloccata e che la Presidenza del Consiglio, attraverso gli Uffici preposti, ha annunciato lo sblocco dei fondi. Parlano di “padrino politico”, forse perché imbrigliati in una terminologia risalente a qualche mese fa, in cui questa parola, cui evidentemente sono affezionati, veniva da loro usata nei confronti di esponenti di primo piano della passata maggioranza. Spiacenti di deluderli: qui non ci sono padrini, né padroni”.