Roseto. Diciotto migranti sono stati trasferiti da Foggia in un residence di Roseto. La loro collocazione nella città adriatica pare sia stata decisa dalla Questura di Teramo.
La notizia si era diffusa in città dalla mattinata per un video postato sui social in cui si intravedevano alcune persone scendere da un pullman nel parcheggio di un nota struttura che già ha ospitato migranti a Roseto.
Angelo Marcone, consigliere di Grande Roseto aveve sottolineato come i migranti sono arrivati in città “senza mascherine e che, come mostrato nel video, non stavano rispettando le norme sul distanziamento sociale, tali da prevenire un eventuale contagio da Coronavirus”.
In qualità di Consigliere Comunale ha chiesto alla massima autorità sanitaria della Città, ossia al Sindaco Sabatino Di Girolamo, se “fosse a conoscenza dell’accaduto e se possa spiegare pubblicamente alla città tutta, che in queste ore sta rispettando rigorosamente le indicazioni del Dpcm restando a casa, quello che è avvenuto nel pomeriggio del 1 maggio”.
Marcone ha chiesto inoltre al Sindaco di “mettere in atto tutte le misure necessarie al fine di presidiare lo stabile ove sono allocati questi ospiti e controllare rigorosamente che la quarantena venga effettivamente rispettata. Sarà inoltre mia cura cercare altre informazioni in merito nelle sedi Istituzionali competenti”.
Immediatemente dopo l’appello del consigliere di Grande Roseto, il sindaco, Sabatino Di Girolamo, ha chiarito su Facebook che “nel pomeriggio di ieri, su impulso della Prefettura di Teramo, 18 ragazzi migranti sono stati alloggiati in Città presso un residence sul lungomare Trieste. Provengono da Foggia e, pur non manifestando alcun malessere, sono tenuti ad osservare presso la struttura i 14 giorni di quarantena cautelare. Le forze dell’ ordine, già informate , vigileranno sul rispetto dell’ obbligo.
“Nella mattinata di lunedì, con una formale missiva, chiederò- scrive il primo cittadino di Roseto – alla prefettura di evitare ulteriori arrivi in Città , memore dei problemi che una eccessiva presenza di migranti procurò nella estate del 2016, ed in considerazione del particolare momento di pericolo dovuto alla pandemia in atto”.
“Confido sul fatto che l’ufficio territoriale del Governo aderirà al mio invito, essendo stato sempre sensibile e collaborativo ai richiami ed agli appelli delle autorità locali che, notoriamente, non gestiscono lo smistamento dei migranti sul territorio nazionale”, conclude Di Girolamo.