Pineto, gli strascichi della crisi in maggioranza tra delusione e polemiche

Pineto. “Credevo che la buona democrazia fosse quella della condivisione, delle proposte, della fattività. Mi sono candidata con entusiasmo e voglia di creare e fare per il mio paese. Il sindaco non mi ha mai permesso di fare nulla continuando ad asserire che ”io non capisco”, offendendo me e gli elettori che mi hanno dato fiducia. Da donna, madre giovane e lavoratrice che per l’impegno con i cittadini fa enormi sacrifici mi sento accantonata, donne che il sindaco poco considera privilegiando scelte e considerazioni maschiliste. Mai avute deleghe perché secondo lui non ero all’altezza, snobbata dal primo giorno, tutto è fermo dal primo giorno di consiliatura. Ci sono problemi da affrontare sul territorio molti dei quali di lunga data. Sono amareggiata e delusa, come prima esperienza è stata terribile. Per non parlare del fatto che la mia frazione Scerne, la più popolosa e con annessa zona industriale, rimane senza un assessorato, già difficile valorizzare il territorio prima per noi, adesso immagino che torneremo nel dimenticatoio. Il sindaco ha perso il contatto con le persone (basti vedere come considera i suoi amministratori, figli e figliastri!), pensa solo al futuro e non si occupa del paese. Non ha attenzione per i giovani che sono il futuro e non trovano più nell’amministrazione un punto di riferimento. La prima ripercussione è arrivata subito annullando il primo di diversi appuntamenti settimanali concordati per Scerne a partire da domenica 4 luglio. Questo è il sindaco di tutti. Complimenti”. Queste parole sono della consigliera comunale di Italia Viva, Marina Ruggieri, un ‘attacco liberatorio’ verso il sindaco dopo la crisi che si è palesata nella maggioranza.

La replica del sindaco Robert Verrocchio. “Di quanto leggo ci sono tre cose che mi colpiscono molto: due che si spiegano solo con l’assenza di conoscenza della vita amministrativa e una che ha un carattere denigratorio e anche offensivo nei miei riguardi. Essendo più importanti gli aspetti di pubblico interesse per rispondere inizio da quelli: a Scerne come in altri luoghi della città gli eventi non possono essere organizzati se non dopo un attento esame delle nuove linee di protocollo al vaglio in questi giorni, rischieremmo di ledere la salute pubblica diffondere il contagio e di vederci contestare le modalità organizzative che non tengono conto delle normative. Per cui nel mese di luglio, appena arriveranno le indicazioni, riprenderemo a programmare anche, compatibilmente con le risorse, a Scerne. Intanto la nostra città, tra le poche della costa teramana, ha allestito un’area, il Parco della Pace, secondo tutte le indicazioni previste tanto che il cartellone estivo è uno dei più significativi e importanti della regione. L’altro aspetto è l’insinuazione che per Scerne, dopo aver ritirato le deleghe all’assessore non ci sia attenzione perché non ci sono rappresentanti. Non posso non ricordare che ci sono due consiglieri che vivono in quella frazione e che ovviamente amministrare vuol dire lavorare per l’intero territorio, anche per le zone non rappresentate da assessori e ce ne sono anche altre ovviamente”.

“In ultimo, l’accusa personale. Inaspettata, che mi lascia piuttosto basito: – conclude Verrocchio – mi accusi di essere maschilista e di averti dato dell’incapace. Mi pare ovvio che persone non in grado di guidare la cosa pubblica non le avrei volute nella mia lista, sarebbe stato un autogol. Ho sempre creduto nelle capacità di tutti coloro che mi hanno sostenuto e nelle donne ho riposto sempre grande fiducia per la loro visione delle cose del mondo, la loro bravura, le loro idee, la precisione, l’attenzione, la loro capacità di apprendere, la voglia di fare e l’altruismo. Una accusa che non accetto, non giustifico e per la quale semmai mi aspetto delle scuse. Denigrare mentendo non è né elegante, né utile. Quanto alle ragioni che vi hanno portato a volere una rottura ci sono altre sedi. Sai bene che io ho solo agito di conseguenza”.

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