Teramo, il Pd guarda al futuro: primarie e punti chiave per tornare a governare

Un’azione di opposizione che, seppur con qualche difficoltà, ha contribuito in maniera sostanziale alle dimissioni imposte del primo cittadino teramano con la fine della seconda amministrazione di Maurizio Brucchi.

I consiglieri uscenti del Pd di Teramo, Flavio Bartolini, Alberto Melarangelo e Maurizio Verna, hanno tacciato un bilancio dell’esperienza appena conclusa, indicando anche le priorità sulle quali il partito dovrà puntare in vista delle prossime amministrative e lanciando un messaggio di apertura a tutte le forze di coalizione, fuoriusciti e Abruzzo Civico in primis.

“Finora abbiamo visto una città che è stata portata ad disastro totale”, ha commentato Flavio Bartolini, “per opera di un centrodestra che non ha saputo far altro che avere una visione a brevissimo periodo. Per questo è necessario invertire subito la tendenza riprendendo le briglia di una Teramo lasciata all’abbandono”.

E per il Pd punto di partenza deve essere un nuovo piano industriale per tornare a far investire anche le grandi realtà sul territorio, creare nuovi posti di lavoro, puntando soprattutto sulla ricostruzione. Proprio in questo settore appare fondamentale istituire disciplinare di priorità, con precedenza ai lavori di sistemazione delle abitazioni che hanno subito danni lievi in modo da favorire il rapido rientro nelle proprie case da parte dei tanti cittadini ancora sgomberati.

E’ poi necessario affrontare una seria politica scolastica, con la realizzazione dei famosi poli, soprattutto in centro, per invertire la tendenza e contrastare il fenomeno di dispersione studentesca che ha causato la migrazione di tanti ragazzi teramani nelle scuole di Atri, Giulianova e Roseto. Senza dimenticare il tema del nuovo ospedale, che deve essere realizzato nella città capoluogo, e una rinnovata programmazione della cultura, nell’ultimo periodo completamente trascurata (lavori al teatro romano e al castello Della Monica non ancora partiti, mancanza di un direttore a L’Arca), e che, invece, se ben studiata, può garantire un ritorno economico a breve termine.

E non da ultimo per il Pd è necessaria una riorganizzazione delle risorse umane negli uffici comunali, soprattutto in quelli dei lavori pubblici, di urbanistica e della ricostruzione che necessitano in questo particolare periodo storico di un maggior supporto.

E mentre si cominciano a fare i nomi per i possibili futuri candidati sindaci, con Gianguido D’Alberto e Renzo Di Sabatino in pole position (sebbene per quest’ultimo non ci sia l’appoggio di Maurizio Verna) in vista della prossima direzione provinciale del 4 gennaio, si lanciano segnali di apertura nei confronti di tutti coloro, gruppi politici e non, che vorranno appoggiare la coalizione di centrosinistra nel loro programma di lavoro già tracciato.

“Anche se in tanti hanno cercato di far vedere una spaccatura all’interno del partito”, continua Bartolini, “in realtà usciamo ancora più forti dal congresso. Abbiamo anche capito di aver commesso degli errori da cui è necessario ripartire. Errori di comunicazione innanzi tutto e una non sempre evidente chiarezza. Ma il nostro obiettivo è di riunire tutte le forze di centrosinistra in una grande coalizione che possa riprendere in mano la città, sapendo già di dover andare incontro a scelte impopolari, visti i 20 milioni di euro di anticipo di cassa lasciatici in eredità dal disastroso centrodestra”.

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