Atr Colonnella: istituzioni e sindacati chiedono garanzie prima della cessione

atr_colonnellaColonnella. Provincia, Regione e sindacati si incontrano nella sede del Ministero dello Sviluppo economico per analizzare le prospettive future del gruppo Atr di Colonnella. Nell’occasione, il commissario straordinario, Gennaro Terracciano, ha confermato al presidente, Valter Catarra, e agli altri partecipanti alla riunione che sono attualmente in fase di valutazione due proposte, pervenute da altrettanti gruppi imprenditoriali. Secondo quanto riferito, una prevede un investimento più alto ma è meno sostenibile dal punto di vista industriale; l’altra, finanziariamente meno appetibile, ha tuttavia maggiori chance di attuazione. Entrambe le offerte, ha riferito Terracciano, prevedono il riassorbimento di un minimo di 190 e di un massimo di 240 unità nei due anni e di circa 450 lavoratori in quattro anni. Intanto il comitato di sorveglianza, in linea con le valutazioni tecniche già compiute dall’advisor della procedura, ha espresso al Ministero  la necessità che i due gruppi imprenditoriali offrano garanzie bancarie certe entro un termine breve e definito, in modo da poter effettuare l’aggiudicazione.

Ora il Ministero dovrà decidere se accogliere le indicazioni del comitato di sorveglianza e se, successivamente, procedere all’aggiudicazione. La riunione è stata aggiornata al 29 aprile. “Abbiamo chiesto e auspichiamo principalmente due cose – dichiara a tale proposito il Presidente, Valter Catarra –: che il Ministero si esprima in tempi rapidi e che siano offerte adeguate garanzie non solo dal punto di vista della sostenibilità industriale ma soprattutto occupazionale. Le proposte, infatti, non prevedono il riassorbimento immediato di tutti i lavoratori per i quali è stata chiesta la proroga della cassa integrazione. Dunque, è fondamentale che sia attivato un nuovo tavolo ministeriale allo scopo di gestire, attraverso l’esame congiunto con chi si aggiudicherà l’azienda, la delicata questione del passaggio dei lavoratori alla nuova proprietà e le prospettive industriali. È chiaro che se non ci saranno queste garanzie, noi non ci staremo”.

 

 

 

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