L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano ai vertici dell’efficienza gestionale ma Sel chiede la testa di D’Orazio

Con il calcolo delle nuove percentuali e quote di riparto spettanti alle singole aree marine protette da parte del Ministero dell’Ambiente, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano si conferma ai vertici dell’efficienza gestionale con un 5,28%. Una percentuale che tradotta in pratica consentirà maggiori risorse ministeriali, la riprova di un virtuosismo economico-finanziario della gestione D’Orazio. Pineto.

Già nel 2012 l’AMP era assurta a modello gestionale per le aree protette conseguendo l’ambito riconoscimento ministeriale che l’aveva collocata al secondo posto assoluto per efficienza nella classifica delle 32 aree marine protette italiane.

Oggi, questo 5,28% fa segnare un incremento dell’1,32% rispetto al 2014, quando la percentuale di riparto era del 3,96% e dell’1,71 % rispetto al 2013. “E’ un ulteriore dato che dimostra la buona gestione di questi anni” – ha detto con orgoglio il Presidente Benigno D’Orazio. L’aumento della percentuale di riparto deriva dall’ottimo andamento delle attività di protezione ambientale e da quelle legate al turismo eco-sostenibile della Cerrano Trade, la società di autofinanziamento dell’Area Marina Protetta. “L’incremento di percentuale – ha proseguito D’Orazio – produrrà un aumento di risorse a fronte dei tagli attuati con la spending review”.

Riconoscimento che si aggiunge alla Certificazione Europea del 2014, a quello di Sito di Interesse Comunitario da parte della Commissione Europea e, da ultimo, il certificato di eccellenza Tripadvisor, assegnato al Parco del Cerrano per il terzo anno consecutivo, conferma l’ottimo gradimento dei turisti.

A questi riconoscimenti vanno aggiunti quelli indiretti: l’Area Marina Protetta è anche diventata una delle principali risorse per l’economia del territorio; tra il 2010 e il 2012, infatti, il numero delle aziende e dei pubblici esercizi attivi nel settore del turismo è aumentato del 10,8% (dati Confesercenti regionale); infine, gli attestati, gli inviti e gli apprezzamenti ricevuti dall’AMP alle maggiori kermesse nazionali e internazionali.

Ma non tutti sono soddisfatti della gestione del parco da parte di Benigno D’Orazio, infatti, i circoli cittadini di Sel e la Federazione Provinciale hanno lanciato un chiaro messaggio: “Tra qualche settimana i Consigli Comunali di Silvi e Pineto saranno chiamati ad approvare il nuovo statuto del Parco Marino. In realtà il percorso è semplice e non ci vuole molto, la bozza è già pronta ma qualcuno sta cercando di rendere tortuosa ed insicura la strada con la speranza che nulla cambi o che i cambiamenti si trasformino in apparente rinnovamento. E’ già da un po’ di tempo invece che si parla, come buona prassi di becera politica vuole, di nomi e cognomi, al bar o per strada. Silvi rivendica a pieno titolo la presidenza. Ma non solo perché gli statuti (il vecchio e, pare, la bozza del nuovo) parlano di alternanza ma soprattutto perché, così come era probabilmente nelle intenzioni di coloro che l’hanno pensato, questa alternanza avrebbe favorito il maggiore coinvolgimento di tutti nell’idea del Parco come risorsa per le comunità anche nei soggetti più restii. In ogni momento il valore e l’importanza del Parco per Silvi e Pineto sono stati messi al centro del dibattito politico. Il problema però non può limitarsi al dibattito sui nomi! Almeno per noi. La questione vera è : cosa ci vogliamo fare del nostro Parco? Se per alcuni rappresenta solo un vincolo e per altri è un freno allo sviluppo, per altri ancora è solo uno strumento di business per sé e per qualche amico. Noi non abbiamo alcun dubbio: il Parco è una ricchezza per tutti. Una seria opportunità di lavoro per i nostri ragazzi e per la nostra comunità. Un contributo concreto alla crescita delle nostre imprese, sia quelle direttamente coinvolte sia quelle che vi operano in settori residuali. Abbiamo sempre dichiarato, durante la campagna elettorale, che dovevamo riscoprire la nostra identità. Il mare, la collina, la spiaggia, il centro storico, le contrade, la cultura, i sapori sono la nostra identità. Ciò che gli «altri» ricordano di noi al rientro dalle ferie, ciò che i nostri emigrati nel Mondo amano della loro terra, conservandone gelosamente il prezioso ricordo, e che per noi ha rappresentato e vogliamo che rappresenti ancora, soprattutto per i nostri figli, la nostra storia e il nostro futuro. Per fare questo è necessario cambiare rotta. Prendere medaglie ed organizzare festini non può rappresentare il nostro modo di dare valore a questo tesoro. Illudere i nostri ragazzi, spesso in possesso di esperienze e competenze eccezionali, in attesa di improbabili lavori e lasciati alla mera e semplice iniziativa individuale e nella migliore delle ipotesi al buon senso e all’iniziativa sporadica ed occasionale di qualche politicante di turno, crediamo non sia il modo giusto per inventare opportunità di lavoro. Dobbiamo innanzi tutto cambiare il modo di gestire il Parco favorendo il massimo coinvolgimento delle associazioni ambientaliste che più di altre soggettività si sono battute per la sua istituzione, dando loro opportunità di rappresentanza e di capacità decisionale in tutti gli organismi preposti. Proponiamo inoltre la costituzione ed il coinvolgimento di Cooperative Sociali locali che in piena autonomia contribuiscano con vigore a condizionare le scelte e le politiche di gestione e di sviluppo del Parco, favorendo non solo l’affidamento diretto a loro di lavori specifici ma anche la partecipazione ad iniziative Comunitarie e l’accesso a risorse nazionali e regionali. E’ necessario che, anche nella gestione del territorio, le scelte vengano fatte tenendo bene a mente gli obiettivi e le finalità per cui il Parco è nato, se vogliamo veramente che esso sia la nostra immagine in Italia, in Europa e nel Mondo. Il Parco non nasce solo per quei metri quadrati che lo delimitano ma anche e soprattutto per sensibilizzare tutti, ma proprio tutti, al rispetto e alla valorizzazione dell’ambiente, alla difesa del suolo e del territorio, al rispetto di quella che oggi, forse con qualche imbarazzo, chiamiamo Natura. E’ per questi motivi che vogliamo sfidare tutti ad alzare il livello del dibattito anche proponendo una serie di confronti pubblici e partecipati affinchè la nuova fase che attraverserà il Parco Marino, caratterizzata dalla conclusione della gestione D’Orazio (espressione di un’epoca politica in cui il centrodestra era la principale forza di governo in Abruzzo) sia oggetto di discussione e confronto delle comunità cittadine di Silvi e Pineto e non di un tavolo esclusivo e poco trasparente”.

 

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