Atri, successo per l’ottava edizione di Vagiti Ultimi FOTO

Atri. Figure antropomorfe, corpi e posture con sembianze di animali diversi, del territorio d’Abruzzo: rospo, poiana, gallina nera, tasso, grillo e molti altri, un una sorta di processione ispirata al rito dei Faugni con nuovi significati e interpretazioni. Questo il frutto del lavoro artistico di Lisa Gelli e Nicola Alessandrini nell’ambito dell’ottava edizione di “Vagiti Ultimi” che è stata un’edizione en plein air, dal titolo “Facce al muro”. Un progetto di arte muraria realizzato dal 26 al 29 luglio 2019 in un muro di Viale Umberto I, n.3 ad Atri. Ieri, c’è stato il finissage alla presenza di molti cittadini, degli artisti, degli organizzatori e delle autorità. Il progetto è stato cofinanziato dal Comune di Atri e dalla Fondazione Tercas.

L’opera d’arte muraria è stata realizzata con la pittura Airlite, una particolare tecnologia che, con l’azione della luce, sia naturale che artificiale, elimina agenti inquinanti trasformando ogni parete in un depuratore d’aria naturale: basta una superficie di 12 mq per eliminare lo smog causato da un’auto. La vernice Airlite riduce sia le sostanze che fanno male alla salute, sia quelle che causano l’effetto serra: in particolare, elimina pericolosi gas come gli ossidi di azoto e di zolfo.

“Il progetto di Vagiti Ultimi anche quest’anno – dichiara l’assessore alla cultura al comune di Atri, Domenico Felicione – come avviene ormai da otto anni, è riuscito a offrire alla città, attraverso l’arte, una occasione di riflessione che resterà nel tempo. Via Alessandrini è ora colorata e ricca di simboli, affascinanti e significativi”.

“Un ringraziamento – aggiunge il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti – va ai componenti dell’Associazione Vagiti Ultimi, ai due validissimi artisti che hanno proposto questa opera ispirandosi alle tradizioni della nostra città e quanti hanno lavorato a questa edizione”.

“Le tradizioni della città di Atri – commentano Gelli e Alessandrini – sono state uno degli elementi di ricerca per la realizzazione dell’opera e abbiamo posto l’attenzione sulla ritualità dei faugni, aprendola a nuovi significati. Una processione di figure antropomorfe, corpi e posture su cui abbiamo innestato sembianze di animali diversi, specifici del territorio d’Abruzzo: rospo smeraldino, poiana, macaone, sfinge testa di morto, cervone, gallina nera, tasso, grillo, gheppio e cervo volante. Non sono più i singoli a portare ognuno il proprio fuoco, ma tutti ne condividono uno comune, il fuoco della conoscenza, che muovono verso una figura femminile dalle sembianze di barbagianni: essa custodisce in grembo un’altra fiamma, quella della condivisione, dell’accoglienza e del focolare domestico. I tessuti dei loro abiti citano texture legate all’arte e alla cultura atriana, unite a elementi simbolici che raccontano di migrazioni, ma anche ispirate alla flora e alla fauna locale. Tutti elementi che nutrono il terreno da cui si possono generare idee, relazioni e integrazioni, necessari per lo sviluppo armonico del tessuto sociale di ogni comunità”.

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