Tortoreto, distretto sanitario: più sicurezza per l’attività della guardia medica. La richiesta

Tortoreto. Poca sicurezza nell’espletamento di un servizio di grande valenza, soprattutto in alcuni orari. Quelli notturni in maniera particolare.

 

Servirebbe forse una vigilanza privata. Mancano le telecamere e le luci del parcheggio sono “spente” da tempo immemore.

Sono alcune delle criticità che accompagnano le attività della guardia medica nel distretto sanitario di base di Tortoreto-Alba Adriatica, in via Isonzo. Nel servizio di continuità assistenziale operano 4 dottoresse e il tema della cosiddetta sicurezza personale merita qualche riflessione, anche approfondita. Per tutta una serie di ragioni.

Senza voler scomodare accostamenti con fatti di cronaca, su base nazionale, sotto questo aspetto una maggiore attenzione nell’organizzazione del servizio (inteso come sicurezza per chi garantisce il servizio di guardia medica) andrebbe prevista. E la sicurezza, in considerazione di orari di attività, della tipologia del servizio (tanto per fare degli esempi), delle riflessioni le favorisce.

Basterebbe, da parte della Asl, prevedere alcuni accorgimenti per garantire maggiore tranquillità a chi opera nel distretto sanitario. Dall’illuminazione esterna, oramai non funzionante da tempo, telecamere, ma anche la presenza di un vigilante, potrebbe fungere da deterrente.

Segnalazioni sotto questo aspetto sono arrivate, senza che la situazione sia mutata.

Una sollecitazione molto chiara è arrivata nelle ultime ore dagli attivisti del Movimento 5 Stelle di Alba Adriatica, che hanno preso posizione per i medici (4 donne), che assicurano i turni notturni e nei festivi.

 

“Chiediamo alla Asl”, si legge nella nota, ” di assicurare maggiore controllo alla sede della guardia medica, con la possibile estensione della vigilanza privata, prevista dalla Ssl in altri sedi critiche, anche per quella di via Isonzo, Anche se in maniera non stabile, ma con passaggi periodici durante i turni di servizio. In aggiunta, per creare una contiguità assistenziale virtuosa, si potrebbe pensare ad affiancare nella stessa sede, della unità mobili del volontariato, oggi dislocate in altre sedi. Da cittadini per i cittadini, chiediamo un gesto di sensibilità in questa direzione”.

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