“Spiace e anche preoccupa dover rilevare, ma è sotto gli occhi di tutti e non solo di un consigliere comunale di opposizione, come a metà luglio l’attività di sfalcio in alcune zone del territorio comunale non sia stata effettuata, e che in alcuni casi a questo sfalcio non si provveda addirittura da alcuni anni”.
A dirlo il consigliere della lista “Oltre”, Luca Corona.
“Questo a fronte di un’amministrazione ripiegata su se stessa, molto attenta ai sondaggi, ai selfie, alla comunicazione troppo spesso del nulla che la porta ad appropriarsi con disinvoltura di meriti che rimandano ad altri e poco – troppo poco – attenta invece ai bisogni concreti dei cittadini. Se è vero che è ineccepibile l’ordinanza firmata dal sindaco D’Alberto per prevenire gli incendi in questi giorni “caldi” dell’anno imponendo l’obbligo ai privati di procedere alla manutenzione delle aree rimuovendo rifiuti e sterpaglie e quant’altro possa essere appunto veicolo di incendi, l’amministrazione dovrebbe essere però attenta essa stessa, per prima, a rispettarla”.
E ancora: “Come invece non ha fatto, e continua a non fare, nel caso della scalinata ad uso pubblico che, in via Giovanni XXIII, collega la parte bassa con quella alta della zona: qui il Comune è totalmente assente, con la scalinata – tra l’altro molto utilizzata dai residenti – che si presenta invasa da erbacce altissime e inselvatichite. Neppure lo spettro dei roghi che in questi giorni hanno colpito la Capitale a ridosso di abitazioni sembra riuscire a dare uno scossone all’amministrazione nel decidersi a procedere allo sfalcio. Anche nel caso della scalinata di via Giovanni XXIII si è infatti a ridosso di alcune palazzine di proprietà Ater, in corrispondenza dei civici 67 e 69, senza contare la prossimità di un boschetto pure questo di proprietà comunale e pure questo lasciato oramai da anni all’abbandono e quindi inselvatichito. Da qui la richiesta che l’amministrazione si adoperi ora, con urgenza, allo sfalcio proprio perchè non è più solo una questione di funzionalità della scalinata ma di prevenire il rischio di possibili incendi che – dato il quadro complessivo – non è campato in aria tanto più che la stagione estiva è ancora lunga. Le immagini che si allegano sono eloquenti e confermano come per l’amministrazione sia davvero faro da seguire l’immagine di una Teramo Natura Indomita, intesa però come natura indomita, selvaggia e lasciata all’abbandono in più quartieri e frazioni, in una evidente e colpevole assenza di programmazione nonostante fossero ben prevedibili le conseguenze di un affido alla Teramo Ambiente in house in modo maldestro”.