Teramo, inaugurato il cantiere per il recupero del Teatro Romano

Teramo. Anche l’assessore regionale Pietro Quaresimale – tra le altre autorità civili, militari e religiose – ieri ha presenziato alla cerimonia di avvio cantieri per la demolizione dei palazzi Adamoli e Salvoni per la riqualificazione funzionale del Teatro Romano.
Giornata storica per la città di Teramo, e non solo, suggellata anche dalla lettera del Ministro per il Sud al sindaco Gianguido D’Alberto.

“L’inizio della demolizione dei due palazzi per tornare a dare luce e spazi al Teatro Romano rappresenta un punto di partenza importante ma anche la definizione di una lunga questione che le precedenti amministrazioni regionali non erano riuscite a risolvere”, ha detto Quaresimale.

“Negli incontri con il ministro Carfagna come giunta regionale siamo riusciti a ottenere, nell’ambito di un pacchetto di finanziamenti CIS, il Contratto interistituzionale di sviluppo, 7,7 milioni di euro necessari per il completamento dell’intervento. Un’opera che lo stesso ministro ha definito ‘strategica’ nell’ambito dell’intero cratere sismico. Abbiamo sollecitato a favore del Comune di Teramo di un finanziamento che consente di realizzare l’intero progetto. Il governo regionale, sin dall’inizio, ha guardato con la massima attenzione questo intervento che da quasi vent’anni era in fase di stallo. Sono sicuro che verranno rispettati i tempi tecnici del cantiere per consegnare alla città di Teramo uno spazio culturale di altissimo livello capace di garantire una forte crescita nell’offerta turistica e di rappresentazioni artistiche”.

La soddisfazione dell’ordine degli Architetti della provincia di Teramo. “Si tratta di una preziosa occasione – dichiara il Consiglio dell’Ordine in una nota – per ripensare l’intero centro storico con una visione su tutto il territorio comunale. Il recupero del Teatro romano – continua la nota – non potrà non dialogare con altre importanti opere quali la ristrutturazione dell’area ex manicomiale; la riqualificazione del mercato coperto e dell’ex sede del conservatorio; il recupero di edifici pubblici lesionati dal sisma e/o in abbandono da anni, come la scuola Savini e il complesso del Regina Margherita; il ripensamento di spazi pubblici, come Piazza Dante, e di parti di città come il quartiere Gammarana”.

“La simbolica consegna di una pietra di palazzo Adamoli ad una giovane studentessa – sottolinea l’Ordine – simbolo dell’affidamento alle giovani generazioni del futuro della città dovrà far necessariamente seguito ad azioni concrete che coinvolgano i più giovani, studenti ma anche professionisti, nella progettazione e gestione dello spazio urbano, come già fatto per il mercato coperto o per esperienze di urbanismo tattico, ma questo va fatto subito, perchè il futuro si costruisce adesso. Serve una visione generale della città – concludono Architetti – legata anche alle singole opere, non perdendo mai, però, la correlazione che solo una attenta pianificazione può fornire. Come Architetti siamo a disposizione dell’amministrazione per supportarla nelle necessarie scelte, soprattutto nella fondamentale fase di condivisione con i portatori di interessi, senza la quale ogni opera, per quanto utile, perderebbe gran parte della sua efficacia”.

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