Tangenti Milano, le pressioni di Altitonante sul Dirigente per un permesso edilizio

Milano, Avrebbe voluto soltanto “aiutare” una famiglia che era in “difficoltà”.

Così il dirigente della Direzione urbanistica del Comune di Milano, Franco Zinna, indagato per abuso d’ufficio nella maxi indagine della Dda milanese che il 7 maggio scorso ha portato a 43 misure cautelari, svelando un vasto sistema di corruzione e appalti truccati, ha provato a giustificare, davanti al gip Raffaella Mascarino, il suo essersi speso, su pressione di Fabio Altitonante, consigliere regionale lombardo di FI ma di origine teramana finito ai domiciliari, per una pratica edilizia.

Il giudice, dopo l’interrogatorio, ha respinto l’istanza della difesa di Zinna, che chiedeva la revoca della misura dell’obbligo di firma.

L’istanza è stata bocciata anche perché i pm, nel frattempo, hanno effettuato approfondimenti anche su questo capitolo della tentacolare inchiesta con al centro pure una serie di finanziamenti illeciti alla politica. Zinna, secondo l’accusa, si sarebbe speso per quella pratica che riguardava il “rilascio del permesso a costruire” su un immobile della famiglia di Luigi Patimo (anche lui indagato), manager di una società e che, secondo i pm, per il suo interessamento avrebbe corrotto

Altitonante con un finanziamento illecito da 25mila euro. Nel frattempo, oggi fino a sera, così come nei giorni scorsi, nell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri sono andati avanti interrogatori e audizioni di indagati e testimoni

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