Strada dei Parchi, UE aveva bocciato il piano finanziario perché violava la concorrenza

La Commissione UE a fine 2019 bocciò la proposta di nuovo Piano Economico Finanziario di Strada dei Parchi, predisposto dal ministero delle Infrastrutture e approvato dal Cipe, perchè violava la concorrenza, rappresentava un aiuto di Stato nonché un’incompatibile modifica contrattuale. Le motivazioni della censure della UE della proposta di Pef non erano finora note.

Nel Decreto del Gip di Teramo Veneziano che ha ordinato il sequestro di 26 milioni di euro a figure apicali di Strada dei Parchi Spa e a due società si ricostruisce nei dettagli la vicenda del nuovo Piano, in discussione dal 2014 essendo il precedente scaduto nel 2013.

I contenuti salienti della proposta bocciata erano i seguenti: prolungamento della concessione per 10 anni, fino al 2040; investimenti per 3.140 milioni di euro di cui 2.000 pubblici; aumento delle tariffe del 2,5% medio per il periodo 2020-2022 e di 3,27 nel periodo 2023-2040; apporto di capitale proprio per 257 milioni; autofinanziamento per 3.140 milioni; estinzione del credito ANAS per 650 milioni.

Nel 2013 SdP predispose inizialmente una proposta da 5.429 milioni che, prevedendo un nuovo percorso autostradale, fu bocciata dai tecnici MIT in quanto prevedeva interventi estranei alla Convenzione. Dopo lunghe trattative, si legge nel Decreto, l’11 luglio 2019 SdP presentò una proposta che, seppur “tra riserve dell’Amministrazione concedente”, fu comunque fatto proprio dal MIT, approvato dal CIPE e inviato per il parere obbligatorio alla Commissione Europea.

La Commissione, riassume nel Decreto il Gip , rispose il 28 ottobre 2019 bocciando la proposta con queste motivazioni: “la proroga di 10 anni appariva una misura in grado di incidere negativamente sulla concorrenza per l’accesso alla gestione dell’infrastruttura nonché una modifica sostanziale del Contratto; la previsione di un contributo pubblico di 2.000 milioni di euro configurava un inammissibile aiuto di Stato; l’impatto dei lavori aggiuntivi sul valore della Concessione appariva di dubbia compatibilità con la disciplina delle modifiche contrattuali.”

 

La replica di Stada dei Parchi. Nessuna bocciatura del Pef e nessun dolo nell’assegnazione dei lavori: la società Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25, respinge tutte le accuse in relazione alle notizie emerse dal provvedimento del GIP della Procura di Teramo relativo al sequestro di fondi di società e amministratori del Gruppo Toto. “Per quanto riguarda l’asserita bocciatura da parte della Commissione UE del nuovo PEF-Piano Economico Finanziario di Strada dei Parchi – si legge in una nota della Sdp – si smentisce la notizia, frutto di una ricostruzione dei fatti del tutto infondata.

 

A tale proposito, si ricorda che la revisione del PEF fu resa obbligatoria dalla legge 228 del 2012 che, a seguito del terremoto dell’Aquila del 2009, impose la messa in sicurezza antisismica delle infrastrutture autostradali. Dopo anni di confronto con il Ministero dei Trasporti e il Ministero dell’Economia – la cui estenuante lunghezza non può certo essere attribuibile al Concessionario, l’interesse del quale era esattamente opposto – nel 2019 il nuovo PEF fu finalmente predisposto dal Mit e dal Mef d’intesa con il Concessionario. Approvato prima dall’Autorità dei Trasporti nel luglio 2019 e poi portato dal ministro Toninelli l’1 agosto al Cipe, che ne prese atto in attesa del successivo parere della Commissione UE. Ricordiamo altresì che l’invio del PEF a Bruxelles avvenne dopo il cambio di Governo, e dunque per mano della ministra De Micheli”.

 

“La Commissione UE per ben due volte, nell’ottobre e nel dicembre del 2019 – sottolinea Strada dei Parchi – ha chiesto al Mit alcuni chiarimenti, non ottenendo mai risposta. Tanto che il 23 gennaio 2020 comunica, per il tramite della Rappresentanza italiana a Bruxelles, di essere costretta ad archiviare il procedimento ‘alla luce della mancanza di riscontro’ da parte delle autorità italiane. In conseguenza di ciò, nell’aprile 2020, il Consiglio di Stato ha commissariato lo stesso Ministero dei Trasporti ‘per non aver concluso l’iter amministrativo’. Come si evince da questa ricostruzione dei fatti, nessuna inadempienza può essere attribuita a Strada dei Parchi e parlare di bocciatura del PEF da parte della Commissione UE è un falso clamoroso”.

 

“Quanto invece alle accuse di presunto dolo per aver ‘bypassato qualsiasi procedura di evidenza pubblica’ – sostiene la società concessionaria delle autostrade A24 e A25 – basti ricordare che l’affidamento in house dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria è previsto dalla gara europea di assegnazione della concessione, svoltasi nel 2000, e inoltre risponde all’articolo 7 della legge 166/2002 (Merloni quater) che prevede che il valore degli affidamenti in house debba essere calcolato sull’intero periodo della concessione, che nel caso di Strada dei Parchi scade nel 2030”. “Alla luce di quanto esposto – si conclude nella nota – è dunque evidente l’infondatezza di tutte le accuse mosse a Strada dei Parchi, e per questo la società è assolutamente serena nell’attesa dello svolgimento delle indagini e sicura che il loro esito non potrà che vederla liberata da ogni sospetto di irregolarità”.

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