Nelle settimane scorse la Casa del Popolo di Teramo ha organizzato un partecipato dibattito sul tema della droga.
“Alla tavola rotonda – fanno sapere dalla Casa del Popolo – insieme a psicologi e professionisti, hanno partecipato coloro che il problema lo vivono o lo hanno vissuto sulla propria pelle, con coloro che tutti i giorni combattono contro questo mostro e che si sono aperti per denunciare le mancanze di un sistema che dovrebbe aiutarli e che, invece, troppo spesso, li abbandona a se stessi”.
E ancora: “Il Ser.D. (Servizio per le dipendenze patologiche) di Teramo, a Casalena, non è accessibile ai disabili. Chiediamo, quindi, la realizzazione di una rampa che garantirebbe a tutti di raggiungere facilmente gli ambulatori. La struttura del Ser.D. di Teramo è unica per tutte le persone con dipendenze, che siano esse tossicodipendenti, alcolisti, ludopatici ecc. Chiediamo una diversa ubicazione per il Ser.D. rispetto agli altri locali della ASL, la separazione dei servizi e la gestione separata delle varie patologie, al fine di evitare, ad esempio, che anche coloro a cui è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza debbano recarsi negli stessi ambulatori dove viene somministrato il metadone. Chiediamo una diversa struttura per gli utenti minorenni anche per la somministrazione della terapia. È assurdo che un ragazzino, accompagnato dai genitori, debba condividere gli stessi spazi degli adulti”.
E proseguono: “Chiediamo vie preferenziali per gli utenti lavoratori che hanno l’affidamento del metadone, in modo da evitare inutili file di attesa e la richiesta di permessi di assenza dal lavoro, spesso fuori città. A tal proposito, sarebbe auspicabile l’apertura di sportelli dislocati sul territorio. Quello che però ci preme chiedere di più, è un servizio di supporto reale e continuativo degli utenti. Non è ammissibile che il Ser.D. venga gestito come un semplice dispenser di metadone. È necessaria una maggiore attenzione nel percorso di reciproco ascolto tra utenti e professionisti. Appare, perciò, indispensabile anche un incremento di personale, come la figura dello psicologo, che segua realmente ogni utente nel percorso di disintossicazione. Ad oggi, infatti, molti tossicodipendenti ricevono la loro dose quotidiana di metadone e vengono abbandonati a se stessi, senza prospettive o un interesse reale per le proprie vite. Il Ser.D. dovrebbe essere un luogo protetto, sicuro, efficiente ed efficace nei servizi di supporto offerti e, invece, troppo spesso, risulta esattamente l’opposto”.