Roseto, scoperta concessionaria fantasma: truffa allo Stato da un milione di euro

Quattro romeni denunciati poiché responsabili, secondo le indagini, di aver messo su una concessionaria fantasma che ha comprato diverse auto, con operazioni non note al fisco, di cui si sono perse totalmente le tracce.

La sezione di polizia giudiziaria della polizia stradale di Teramo, con la collaborazione del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza Teramo e dell’Agenzia delle Entrate della sezione di Giulianova, nell’ambito dei controlli finalizzati a contrastare il fenomeno del riciclaggio di veicoli di illecita provenienza, ha svolto una complessa attività di indagine, coordinata dalla procura di Teramo, che ha permesso di denunciare quattro persone, responsabili per le indagini in concorso tra loro di una mega truffa in danno dello Stato ed indagati per falso ideologico e materiale, omessa dichiarazione e versamento dell’imposta sul valore aggiunto.

La vicenda ricostruita dalla stradale, diretta dal sostituto commissario Stefano Di Stefano, ha inizio nel 2018, quando gli agenti, nell’ambito di una parallela attività investigativa, hanno sequestrato un’autovettura di alta gamma risultata rubata e riciclata mediante l’uso di falsi documenti di circolazione francesi.

Nella circostanza veniva scoperta una rivendita di autoveicoli “fantasma” a Roseto degli Abruzzi, con proprietario un cittadino romeno residente nello stesso comune.

Le indagini hanno permesso di scoprire l’inesistenza sia dell’esercizio che dell’effettiva residenza del titolare, per cui veniva chiesta ed ottenuta la cancellazione della ditta presso gli uffici competenti.

Ulteriori indagini, supportate dall’Agenzia delle Entrate, hanno permesso di ipotizzare che i quattro romeni, in nome e per conto dell’autorivendita fantasma, avessero “acquistato” nell’anno 2018, in territorio europeo, ben 37 autovetture già immatricolate soprattutto in Germania, senza alcuna traccia sul suolo italiano, sia essa fiscale e materiale, per un ammontare di oltre un milione di euro.

I quattro e la ditta erano sconosciuti al fisco.

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