Roseto, Premio Borsellino. Giornata di riflessione sull’8 marzo (NOSTRO SERVIZIO/FOTO)

E’ stato dedicato ad Ester Pasqualoni, l’oncologa uccisa nel giugno dello scorso anno dal suo stalker, il sesto appuntamento del Premio Borsellino in programma all’Istituto Moretti di Roseto che è coinciso volutamente con l’8 marzo, Festa della Donna.

Una giornata dedicata alla riflessione, con lo spettacolo “Amori Amari” portato in scena da Anna Di Paolantonio, presidente dell’associazione Bon Ton, contro la violenza di genere e che ha commosso gli studenti che hanno assistito alla rappresentazione.

Una riflessione proseguita con gli interventi di tre donne che di professione fanno l’avvocato, Wania Della Vigna, Maristella Urbini, Sabrina Di Furia e dalla giornalista Elisabetta Di Carlo che con la sua penna ha raccontato storie difficili di donne maltrattate. Ma cosa rappresenta oggi l’8 marzo per le donne?

“L’8 marzo rappresenta le lotte che le donne hanno sostenuto, ricorda anche una tragedia di più di 100 anni fa in cui molte donne persero la vita”, ha ricordato Maristella Urbini, “oggi questa festa deve avere un valore particolare, di riflessione sulle conquiste sociali, ma anche sulla violenza di genere che purtroppo quotidianamente riempie le pagine dei quotidiani”.

Tante le conquiste ottenute dalle donne, molti i diritti riconosciuti. Ma non è ancora abbastanza. Perché purtroppo la differenza con l’uomo ancora esiste e in alcuni casi è assai percettibile. E resta alto anche il dato sulle violenze subite.

“Non bisogna mai abbassare la guardia”, puntualizza Wania Della Vigna, “perché ogni giorno ci sono aspetti che hanno a che fare con la violenza sulle donne. Rispetto ad anni addietro molte cose chiaramente sono cambiate, in meglio. Ma bisogna tenere alta l’asticella di attenzione”.

L’8 marzo non può essere dunque un giorno limitato ad un ramo di mimosa, ad un regalo. L’8 marzo, come ha spiegato Elisabetta Di Carlo, è tutto l’anno.

“La donna non può essere relegata a comparsa in questo giorno”, dice la giornalista, “non un ramo di mimosa, non una cena, non un regalo. Le donne ci sono tutto l’anno. E vanno rispettate, sempre”.

 

 

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