Roseto, in 6 nei guai per la brutale aggressione ad un diciassettenne il 15 gennaio scorso. Sono tutti minorenni

Sei ragazzi di 17 anni nei guai per aver aggredito e colpito un loro coetaneo la sera del 15 gennaio, in pieno centro a Roseto, in piazza della Libertà.

Dopo quasi un mese di indagini, durante le quali i carabinieri della stazione di Roseto, diretti dal luogotenente Giuseppe Tarantino hanno avuto modo di esaminare immagini delle telecamere di videosorveglianza e di ascoltare alcuni testimoni, sono riusciti ad identificare gli autori della brutale aggressione.

I sei adolescenti sono stati tutti denunciati per lesioni personali aggravate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di L’Aquila. Il fatto avvenne nella tarda serata di quel sabato 15 gennaio in una piazza affollata e vicino ad alcuni locali pubblici a quell’ora pieni di clienti. Secondo il racconto di alcuni testimoni, poi confermato anche dalle telecamere, il branco si scaglio contro un ragazzo colpendolo con inaudita violenza e costringendolo a ricorrere alle cure dei sanitari del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Giulianova.

Il ragazzo riportò varie lesioni di una certa gravità, tanto che i medici lo giudicarono guaribile in non meno di venti giorni. Dall’attività investigativa dell’Arma è emerso che la colpa della vittima era stata quella di avere corteggiato una ragazzina, sorella di uno degli aggressori, tanto da scatenare la dura reazione. Gli aggressori, dopo aver preso a pugni il giovane rosetano, lo avevano spintonato facendolo rovinare in terra, per poi continuare ad infierire nei suoi confronti con violenti calci al ventre e alla testa.

I giovani autori del pestaggio, oltre ad essere stati denunciati dai Carabinieri per le gravi lesioni cagionate al loro coetaneo, sono stati proposti al Questore di Teramo per l’applicazione del DASPO urbano.

Dopo quell’increscioso episodio il sindaco Mario Nugnes disse che fatti del genere non avrebbero mai più dovuto ripetersi, assicurando più controlli sul territorio grazie ad una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine.

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