Roseto, ASMEL su riqualificazione illuminazione pubblica: ‘respinto esposto ma la gara va annullata’

Roseto. “Il 14 febbraio scorso, ANAC scrive al Comune di Roseto degli Abruzzi per comunicare l’esito del procedimento di vigilanza aperto due anni prima a seguito di esposto della minoranza su un progetto di riqualificazione dell’impianto di pubblica illuminazione. Nelle more, la gara era stata conclusa e, per l’avvio dei lavori, mancava solo la firma del contratto con l’aggiudicatario. Il Comune aspettava le decisioni ANAC. Grazie ai chiarimenti forniti dal Comune, il procedimento sarà archiviato. Ma dopo l’annullamento della gara!”

Lo ha dichiarato, segretario generale ASMEL, Francesco Pinto, spiegando che “al Comune occorre toccar ferro (sono 5 anni che tenta invano di avviare i lavori). Ancor più ai cittadini, perché l’impianto è vetusto e rappresenta un pericolo per la pubblica incolumità. ANAC resta, dunque, in attesa dell’annullamento della gara nonostante nella missiva spieghi dettagliatamente come sia soddisfatta delle considerazioni e dei chiarimenti forniti. Ma non su quelli relativi all’affidamento dei servizi di committenza. In merito, il Comune aveva risposto di essersi associato alla Centrale di committenza Asmel. Non paga, ANAC aveva chiesto ulteriori chiarimenti su
come ovviare alle criticità evidenziate in merito all’adesione “al sistema Asmel”. Con questo termine ambiguo, ANAC usa riferirsi alla seconda Associazione di Comuni (3.006 soci in tutt’Italia) e alla prima (e unica) Centrale di Committenza dei Comuni italiani, ASMEL Consortile, entrambe perennemente al centro delle interessate ‘attenzioni’ degli apparati romani (ANCI e CONSIP, in primis) e che non le mandano a dire e ribattono, colpo su colpo. Anche ad ANAC”.

Il Comune – riporta la nota – avrebbe, a questo punto, comunicato di voler annullare la gara. “ANAC mostra – precisa il segretario ASMEL – di non fidarsi. Infatti, la nota prosegue richiamando due criticità in capo ad ASMEL
Consortile: il costo dei servizi di committenza imposto sugli aggiudicatari e la dubbia legittimazione quale intermediaria degli acquisti pubblici. Anzi, su quest’ultimo punto, rinvia alla lettura di una recente Sentenza del TAR Lombardia (che nulla c’entra). Insomma non solo non si fida, ma sembra lanciare il sasso e nascondere la mano, almeno in conclusione quando ricorda al Comune che resta in attesa della promessa fatta (di annullare la gara). Insomma, annulla la gara e archivia la pratica! Curiosamente, sul ‘sistema Asmel’, ANAC ama queste ambigue conclusioni. Ecco come ha chiuso appena qualche mese fa la nota trasmessa, sulla identica questione, al Comune di Caiazzo: Si rimette, pertanto, a codesto Comune ogni valutazione circa l’opportunità di espletare la gara in oggetto avvalendosi della piattaforma telematica gestita dalla società Asmel S.c.a.r.l., evidenziando in
ogni caso che ove si ritenga di confermare l’opzione di aderire al sistema Asmel, questa Autorità si asterrà dallo svolgere la vigilanza collaborativa. Firmato Raffaele Cantone. Anche qui tutto deriva dalle due criticità evocate (sussurrate) nella nota a Roseto degli Abruzzi. Anche qui un do ut des, segno di scarsa autorevolezza dell’Autorità. Che, per definizione, non sussurra, non si affida al do ut des, ma decide e sancisce basandosi sull’autorevolezza delle proprie pronunce. A proposito di autorevolezza, ASMEL Consortile ha iniziato la propria attività, a inizio 2013, ponendo il costo dei propri servizi in capo agli aggiudicatari, semplicemente perché l’Autorità ne aveva sancito la legittimità con delibera n. 140/2012. Vero che Consip era insorta sostenendo che ciò
cozzava contro i principi costituzionali e che ANAC l’aveva seguita contestandoci formalmente sul punto a luglio 2014. Ma è anche vero che nel dicembre successivo ne aveva nuovamente affermata la legittimità. Due mesi dopo l’aveva negata e nell’aprile successivo ancora riaffermata. In breve, fino a alla fine del 2018, ha inanellato 8 pronunce sul punto. Ognuna a smentire quella precedente. E senza curarsi di spiegare il perché. Da allora ripete sempre lo stesso concetto. La legittimità è diventata criticità e ASMEL Consortile, non potendo imporre il corrispettivo a corrente alternata in funzione degli umori variabili di ANAC, ha scelto la strada più legittima (!): si è adeguata alla Sentenza n.3042/2014 del Consiglio di Stato, il massimo Organo della Giustizia amministrativa.
La Sentenza non solo sancisce la legittimità del corrispettivo, ma chiarisce anche perché esso non cozza contro la Costituzione (tesi cara a Consip), in quanto imposto in capo all’aggiudicatario e non alla generalità dei concorrenti. ANAC avrebbe fatto meglio ad adeguarsi anch’essa, invece di subire l’influenza (interessata) di Consip”.

“Quanto poi alla pretesa dubbia legittimazione – aggiunge Pinto – quale intermediaria degli acquisti pubblici, su cui rinvia alla recente Sentenza 240/2020, sbaglia due volte e clamorosamente. La prima, perché la Sentenza evocata si riferisce ad altra ASMEL (l’Associazione) ed è subito stata appellata perché lede l’autonomia dei Comuni. Vedremo, ma è clamorosa la disattenzione di ANAC che ha vinto una (prima) causa e mostra di non sapere contro chi ha vinto. La seconda, perché ASMEL Consortile ha al suo attivo oltre 4.500 gare ed è curioso che ANAC ancora faccia finta che abbia un senso affermare questa dubbia legittimazione. Se avesse senso avrebbe dovuto/potuto bloccare queste migliaia di gare dalla dubbia legittimazione. Non ne ha bloccata nessuna. Sarebbe bastato negare il rilascio del CIG. Una gara senza CIG è nulla per definizione. Mai vista una gara senza CIG. Non lo ha fatto, perché sa (fin troppo bene) che ASMEL Consortile eroga servizi di committenza ai Comuni Soci e non svolge intermediazione negli acquisti (modello Consip). Non perché non la sappia/voglia svolgere. Ma perché ANAC sostiene, come CONSIP, che non la possa svolgere e la Centrale, testarda, è giunta fino alla Corte di Giustizia europea. L’Udienza si è già tenuta a fine gennaio e a maggio si aspetta la pronuncia. Nelle more, la Centrale si limita scrupolosamente ai servizi di committenza ausiliaria. Evitando ogni interferenza con il giudizio in atto. Ad agosto scorso c’era impellenza di indire una gara modello Consip e la Centrale ha mantenuto il punto. La gara è stata allora bandita dall’Associazione, ricorrendone i presupposti. ANAC è insorta, ha presentato ricorso. Accolto dal Tar Milano e subito appellato. Ma scrive al Comune di Roseto di andare a leggere una Sentenza che nemmeno riguarda la Centrale!”

Un’Autorità non rinvia alla lettura di una Sentenza. Afferma e sancisce! Possibilmente senza cambiare posizione tanto spesso. E almeno spiegando i motivi del cambiamento! Occorre parlar chiaro. Noi lo facciamo e in Italia non è stato ancora introdotto il delitto di lesa Autorità. Qualcuno avverta ANAC”, conclude il segretario generale dell’ASMEL.

 

 

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