Protesta il mondo della scuola, presente anche la Flc Teramo

Il mondo della scuola ha scioperato a Roma per rivendicare risorse e un cambio di passo delle politiche governative.

Una numerosa delegazione della FLC CGIL Teramo ha manifestato per le strade il disagio  del personale scolastico della provincia chiedendo risorse e organici adeguati per garantire una scuola pubblica di qualità.

“Sia rispetto al comparto della pubblica amministrazione sia rispetto al comparto Scuola, Università e  Ricerca, solo la scuola è ancora senza atto di indirizzo all’Aran. Nessun tavolo negoziale è stato avviato, né risorse adeguate sono state inserite nella Legge di Bilancio all’esame del Parlamento.La richiesta – anche alla luce degli investimenti strutturali previsti nel PNRR – è di un adeguato riconoscimento del lavoro delle persone che andranno a realizzare, a rendere concretamente praticabili quelle misure. Un rinnovo contrattuale dignitoso, in linea con i rinnovi che si vanno delineando per la PA. Il divario stimato è di circa 350 euro tra scuola e settori dell’amministrazione con requisiti equivalenti. Se guardiamo a quello che sarà l’impatto delle risorse stanziate il quadro è desolante: 87 euro di aumento previsto a cui si potranno aggiungere 12 euro, e non per tutti, finalizzati sulla base della ‘dedizione’ Finalizzazione basata su una norma che allude ad un criterio sorprendente, quanto inedito – quello della dedizione – deciso in Legge di Bilancio”, hanno detto.

E ancora: “L’organico di emergenza utilizzato in pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuola e per sdoppiare le classi troppo numerose. Per questo organico sono previste risorse solo per il personale docente, non per il personale ATA. Un tema così sensibile, che con il perdurare della situazione di emergenza sanitaria, appare non più rinviabile, che doveva portare ad una riduzione di alunni per classe, non solo nei grandi centri urbani ma su tutto il territorio nazionale avviene a organico invariato, con una distribuzione interna. Quello legato al personale precario è un obiettivo sul quale nessun confronto è stato aperto. Il Patto per la Scuola sottoscritto ad aprile contiene misure che vanno in tale direzione ma a questo Patto non è mai stato dato seguito. L’autonomia differenziata deve essere ritirata. Si tratta di una proposta politica che comporterebbe  la certificazione delle diseguaglianze territoriali, con un ulteriore impoverimento delle aree in difficoltà, soprattutto del Centro Sud”.

 

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