Pineto, furbette del cartellino: le due dipendenti sono state licenziate

“I componenti dell’ufficio disciplinare del Comune di Pineto, nel rispetto delle normative vigenti, in data 8 giugno 2018 hanno chiuso i procedimenti disciplinari a carico di due dipendenti del Comune aperti a seguito delle indagini penali, scaturite poi nel provvedimento giudiziale di patteggiamento per i reati di truffa e false attestazioni e certificazioni”.

Con queste parole il sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, risponde ai chiarimenti chiesti attraverso una lettera aperta, e divulgata a mezzo stampa, dall’Associazione politico-culturale Pineto 2.0 sulla richiesta di conoscere i provvedimenti intrapresi dall’ente nei riguardi delle due dipendenti del comune di Pineto responsabili di aver attestato falsamente, tra l’ottobre 2015 e il maggio 2016, la loro presenza in servizio.

“Da oltre due settimane l’ufficio disciplinare – ha aggiunto Verrocchio – ha notificato alle interessate la sanzione del licenziamento senza preavviso”.

Una sanzione che l’Ufficio preposto ha ritenuto proporzionata alla gravità delle condotte, sia in considerazione della reiterazione che delle modalità delle stesse, che hanno minato in modo irreparabile il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore.

“Dall’inizio di questa vicenda – aggiunge il sindaco Verrocchio – ho preteso chiarezza sull’accaduto, con il preciso dovere di tutelare l’ente e ho atteso che le indagini facessero il loro corso. A seguito della sentenza penale, l’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari si è attivato immediatamente per esaminare con accuratezza e compiutezza gli atti complessi di indagine, pervenendo all’adozione dei provvedimenti disciplinari previsti dalla legge e alla denuncia formale alla Corte dei Conti per il danno erariale. Le norme a riguardo si sono fatte sempre più stringenti e prevedono forti misure anti-assenteismo come, appunto, procedimenti disciplinari e la denuncia di danno erariale alla Corte dei Conti. Un provvedimento che è, dunque, un atto dovuto nel rispetto della cittadinanza e delle istituzioni”.

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