Alba Adriatica. Un’oasi polifunzionale sociale, la prima in Italia, che possa rappresentare una struttura efficiente per il territorio e punto di ricovero e soggiorno degli animali.
L’idea, che è stata elaborata già da tempo, e dell’associazione CaniLiberi, formata da un gruppo di amici e volontari, che si dedicano alla cura e al sostentamento e degli abbandoni dagli animali e che si occupa, dal 2020, della gestione del canile di Alba Adriatica, dopo l’affidamento da parte dell’Unione dei Comuni di questo tipo di attività.
Negli ultimi giorni è emersa la volontà, da parte dell’Unione, di percorrere strade diverse per quanto concerne il canile di Alba Adriatica: ossia non concedere più proroghe per l’utilizzo della struttura di via Ascolana e di lavorare per una soluzione alternativa. Appoggiarsi ad altri canili per il ricovero degli animali e individuare una nuova area dove realizzare il canile (si parla di uno spazio di 4mila ettari a Tortoreto, sulla bonifica del Salinello).
E alla luce di questa opzione, l’associazione CaniLiberi ha diffuso una nota nella quale viene illustrata l’attività effettuata e la proposta, che poi è un’idea concreto di creare quella che viene definita un’oasi polifunzionale sociale per il ricovero e il soggiorno dei cani e animali in genere.
“L’associazione ha modificato completamente la gestione del canile, mettendo al centro la cura dei cani che educano e l’importanza dell’ affido ai privati, il tutto con competenza e professionalità”, si legge in una nota.
“La nostra esperienza è cresciuta soprattutto nel rifugio Canalba di Alba Adriatica molti anni prima, cosi abbiamo deciso di unirci. Saremmo ben felici di accogliere, non sono animali, bensì chiunque si senta, a modo suo, in grado di dare una mano!
La disponibilità all’ospitalità di più giorni o settimane per cani bisognosi tutelati da associazioni con la finalità di aumentare il livello di expertise relazionale del singolo per poterne incentivare l’adozione.
L’organizzazione di eventi con lo scopo di incentivare le adozioni dei cani senza famiglia,
sulla base del lavoro fatto con loro, del recupero della fiducia in se stessi nei confronti dei loro simili e delle persone, grazie anche alle abilità acquisite dopo l’esperienza tramite le attività dell’associazione.
L’organizzazione di eventi per la promozione delle attività di pet-terapy con cani e personale specializzato, al fine di ottenere risvolti sociali, oltre che con gli adottanti, anche con persone con diversità psichiche e/o motorie.
Tali obiettivi verranno raggiunti per lottare contro il randagismo, uno dei problemi di più scottante attualità, divenendo nel lungo tempo un punto di riferimento per tutte le persone che sul territorio desiderano adottare un animale bisognoso”.
I numeri di Canalba. Dal rifugio di Alba Adriatica, in 35 anni, sono usciti 10.300 cani. Grazie ad una rete di contatti di associazioni animaliste estesa a tutta Italia e a livello internazionale l’Associazione promuove infatti l’adozione dei cani presenti sul territorio abruzzese, per dare così modo a ai cani di uscire da un canile o essere sottratto ad una vita di randagismo e di stenti.
L’aumentata sensibilità della cittadinanza nei confronti del benessere animale e più in generale dei diritti degli animali quali esseri senzienti, sta cambiando sempre di più l’approccio nella gestione del problema randagismo.
“L’obiettivo della nostra associazione è dunque quello di realizzare un progetto creato anni fa, la prima Oasi Polifunzionale sociale in Italia che sia un’efficiente struttura per il territorio e punto di ricovero, soggiorno e cura degli animali, in quanto è nostra convinzione che il loro benessere vada associato con la possibilità di rendere le visite degli utenti piacevoli e rilassanti.
Avere non una pensione, non un hotel ma un oasi per gli animali e per la cura all’ambiente.
Il progetto dell’associazione è stato sviluppato tenendo conto delle normative in materia (DPGR 51/2014), ma soprattutto perseguendo l’obiettivo di creare una struttura in grado di assicurare ai suoi “ospiti” un reale benessere animale, nell’accezione più ampia del termine.
Il nucleo della proposta è costituito dalla responsabilizzazione dei cittadini e dal loro coinvolgimento nella reale comprensione dei vari aspetti del fenomeno e dei costi che la mancata realizzazione di programmi di prevenzione del randagismo comportano per la collettività.
Da sottolineare infine che la previsione prospettata è finalizzata ad una gestione funzionale al perseguimento del benessere degli animali ospitati e nel contempo alla riduzione dei costi da parte delle competenti istituzioni, attraverso un impiego eticamente corretto delle risorse pubbliche.
L’associazione intende ricreare – all’interno dell’oasi questo concetto di comunità: una struttura intesa come centro di accoglienza, riabilitazione e reinserimento, un luogo di incontro e di confronto, un punto di riferimento le cui porte sono aperte per fornire servizi di qualità non solo per i cani ospitati, ma per la società tutta.
Un’oasi Canalba CaniLiberi che auspichiamo possa divenire un punto di partenza per riscoprire e ricostruire il legame magico e unico che ha legato uomo e natura per migliaia e migliaia di anni permettendoci, forse, di diventare quello che siamo oggi. Gli animali come valore aggiunto nella nostra vita, specchio della nostra esistenza capace di farci riscoprire la nostra natura e i nostri bisogni.
Un’oasi canina frequentata e viva che produce attività culturali e didattiche, posti di lavoro , sarà anche una struttura che affida una gran quantità di cani abbandonati, come lo fa ora, assolvendo quindi al meglio il suo scopo istituzionale. Il progetto proposto intende, infine,
essere uno stimolo agli amministratori pubblici affinché comprendano la portata storica dell’attenzione legislativa al mondo degli animali quale frontiera dei “nuovi diritti” e soprattutto della storia e del servizio pubblico che ha portato avanti per 35 anni il rifugio Canalba”.
La preoccupazione dei volontari di questa associazione è enorme perché è diffusa la consapevolezza che le strutture del territorio abruzzese sono abbastanza oberate. Deve esserci l’intervento concreto degli Enti preposti, che ora stanno lavorando per trovare una soluzione tempestiva per la realizzazione di una nuova struttura che garantisca un servizio necessario alla collettività e una tutela dei cani oggi presenti in canile. Cani liberi è supportata dall’affetto e dalla consapevolezza di tantissime persone che auspicano che quanto fatto fino ad ora non vada perso e si rivolgono sentitamente agli amministratori che rappresentano i cittadini stessi”.