Nereto, caro bollette: primi provvedimenti per tagliare i costi energetici

Nereto. Il caro bollette è un’emergenza che oramai bussa alle porte, molto di più di quanto si possa immaginare. E colpisce tutti, in maniera indistinta: famiglie, aziende, ma anche enti pubblici.

E di fronte a scenari che, al momento, non promettono nulla di buono il sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi, annuncia i primi provvedimenti.

Senza un intervento pieno dello Stato il risultato potrebbe essere che, imprese e famiglie, pagheranno anche questi aumenti sotto varie forme”, scrive Laurenzi, “e questo non è possibile perché già stiamo soffrendo le conseguenze del continuo aumento dei costi dell’energia.
Allo stato attuale l’opzione di spegnere le luci delle città potrebbe non essere più una provocazione ma una necessità per far quadrare i conti dissestati”.

Come primo provvedimento, a malincuore, dobbiamo rinunciare a quelle luci colorate che abbiamo installato e che rendono più suggestivi alcuni luoghi e monumenti del nostro centro storico.
Disporrò lo spegnimento di tutte queste luci che illuminano gli edifici, le fontane, i marciapiedi e, se la situazione resta questa, dovremo rinunciare anche alle luminarie di Natale”.

La strategia. “Ho chiesto un incontro urgente con Engie”, prosegue il sindaco, “la società che ha in gestione la pubblica illuminazione, al fine di valutare alcune ipotesi per il contenimento dei costi: l’accensione ritardata o lo spegnimento anticipato; l’ipotesi di un abbassamento della tensione (la luce resta accesa ma la luminosità diminuisce) ;
la modalità di spegnimento alternato: una lampada sì e l’altra no e spegnere, inoltre, tutte le luci alle 4 di mattino.

Naturalmente, occorre cautela perché c’è un problema di sicurezza da valutare, anche per quello che riguarda la circolazione stradale, ma senza nessun provvedimento si rischia di minare gli equilibri finanziari di un bilancio, seppur gravato da innumerevoli contenziosi riguardati l’urbanistica, fin qui sano e finalmente con i conti in ordine”.

Ovviamente, qualora la situazione non dovesse avere un’evoluzione positiva, bisognerà tagliare alcuni servizi pubblici non essenziale, ” perché non è pensabile non accendere i riscaldamenti nelle scuole o tagliare le politiche sociali”.

Beffa carburanti. In questo ragionamento poi c’è il problema legato alle spese del trasporto scolastico. “L’iniziativa di aver convertito i bus dando premialità a quelli a metano: combustibile più pulito e, fino a pochi mesi fa, meno costoso del gasolio. Ora il loro funzionamento costa molto di più”, commenta il sindaco.

 

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