Martinsicuro, assemblea Veco: l’esercizio provvisorio unica ancora di salvezza FOTO VIDEO

Martinsicuro. Il futuro della Veco, la storica fonderia di Martinsicuro attiva al 1961, al momento è appeso ad un filo.

 

In pratica ad un pronunciamento del tribunale sulla richiesta dell’esercizio provvisorio, che scongiurerebbe il fallimento e la fine di una delle aziende storiche del territorio.

E con essa il destino dei 53 lavoratori e delle potenziali implicazioni successive: quella di bonifica l’area.

Di tutto questo, e delle necessità di far fronte comune (lavoratori, sindacati, proprietà e politica) si è parlato questa mattina, in sala consiliare a Martinsicuro, nel corso di un’assemblea organizzata dalle sigle sindacali Fiom-Cgil e Fim Cisl.

Presente all’assemblea anche Anna Vecchiotti, amministratore della Veco, che ha sottolineato quella che è la situazione attuale. C’è un punto attorno al quale ruota tutto il futuro produttivo e occupazionale della storica fonderia. La richiesta avanzata al tribunale fallimentare di accordare un esercizio provvisorio. Due anni fa, al cospetto della situazione debitoria, la proprietà ha chiesto e ottenuto di operare attraverso il concordato preventivo in continuità. E bisogna dire la situazione, in termini di fatturato è risalita (nel 2019 si è arrivati ad oltre 7milioni, quasi il doppio rispetto alla gestione precedente) e dunque, sotto questo profilo, la situazione è incoraggiante. Ma il percorso si è interrotto, vista anche l’impossibilità di rispettare le scadenze.

 

Quello che preoccupa, però, è l’impossibilità di proseguire nel percorso produttivo e di vendita (in passato si sono fatti avanti degli investitori, uno in maniera particolare, (che poi hanno declinato l’opzione) e di imboccare la strada del fallimento. Un’azienda nella quale i lavoratori, nel 2016, hanno detto sì ad una riduzione dello stipendio pur di proseguire nell’attività.

In sala, oltre ai lavoratori della Veco, hanno risposto all’invito la senatrice Stefania Pezzopane, il parlamentare Antonio Zennaro, l’assessore regionale al lavoro Piero Fioretti, i consiglieri regionali Emiliano Di Matteo e Dino Pepe, il consigliere provinciale Luca Frangioni.

“La richiesta che facciamo alla politica”, ha sottolineato Mirco D’Ignazio, della Fiom-Cgil, ” è che non ci si fermi ad oggi, ma che si faccia in modo che all’azienda possa essere riconosciuto l’esercizio provvisorio, nella prospettiva di una vendita”.

“Bisogna evitare una seconda Bagnoli”, ha chiosato Marco Boccanera, dello Fim-Cisl, ” perché chiudere significa far morire un pezzo di territorio e si pone anche il problema della bonifica. Nessuno, in ogni caso, può pensare di acquistare e poi portare via. Sin da ora diciamo no a forme di speculazione di qualsiasi natura”.

All’assemblea era presente, come detto, anche la proprietà rappresentata da Anna Vecchiotti. La Veco ha un’autorizzazione ambientale fino al 2026 e negli ultimi anni è stato fatto un investimento da 1milione di euro per abbattere le emissioni rumorose e in atmosfera. “Tutti i parametri”, ha detto la Vecchiotti, “emersi dal piano di caratterizzazione sono sotto soglia di legge”.

Di fronte ad elementi positivi, però, bisogna dare una risposta ai 53 lavoratori, che rischiano di terminare la loro esperienza professionale, in una fase (e questo è il paradosso) dove esistono comunque commesse. L’assessore regionale al lavoro, Piero Fioretti, nell’occasione ha parlato della volontà di sollecitare il giudice fallimentare e attivare un tavolo istituzionale al Mise per individuare una via d’uscita dall’imbuto nel quale è finita a fonderia.

 

 

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