Teramo. Questa mattina il sindaco Gianguido D’Alberto e l’assessore al sociale Ilaria De Sanctis hanno partecipato alla riunione in Prefettura con il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza della Asl e della Caritas, convocata per affrontare tutte le tematiche relative al sistema di accoglienza delle popolazioni ucraine in fuga dalla guerra.
Il primo cittadino ha chiesto con forza un sistema di gestione delle attività coordinato e univoco, con particolare riferimento al sistema di accoglienza.
“Se la prima fase dell’emergenza è stata caratterizzata da una rete solidale in cui i Comuni hanno fatto da raccordo delle diverse iniziative – sottolinea il primo cittadino – adesso si apre una nuova fase che deve necessariamente vedere un coordinamento univoco e uniforme tra tutte le istituzioni provinciali e regionali, con le Prefetture a fare da raccordo, per dare risposte certe e veloci. In quest’ottica, l’incontro di questa mattina è stato particolarmente importante perché va nella direzione di strutturare, in tempi che dovranno essere rapidissimi, una rete di assistenza che deve fare i conti con le incertezze sui tempi e modalità di arrivo dei profughi e del loro numero”.
Il Comune, in particolare, ha chiesto che “si definisca da in lato una linea di comunicazione interna tra i soggetti istituzionali che permetta di operare in maniera unitaria e dall’altro una linea di informazione esterna univoca e uniforme per dare riferimenti certi ai cittadini che autonomamente stanno manifestando la volontà di ospitare i profughi”.
“Domani mattina come sindaco di Teramo e presidente Anci Abruzzo parteciperò alla riunione convocata dal presidente della Regione Marco Marsilio, nominato Commissario delegato all’emergenza – spiega D’Alberto – è fondamentale che la gestione dell’emergenza sia centralizzata a livello regionale, attraverso Prefetture e Asl, anche in relazione agli aspetti sanitari legati alla pandemia ancora in essere. La maggior parte dei cittadini ucraini non è vaccinata e va dunque protetta anche rispetto al rischio legato alla pandemia. Inoltre è necessario che venga effettuata una ricognizione dei cittadini ucraini residenti nella nostra Regione, che può darci un’indicazione importante, anche se non esaustiva, di quale sia la rete familiare e parentale che si è già attivata per far arrivare in Italia i cittadini in fuga dalla guerra”.
Il Comune di Teramo ha già rilevato che sono 168 i cittadini ucraini residenti in città.
Nei prossimi giorni, inoltre, saranno convocate, in accordo con la Provincia, assemblee dei sindaci, sempre nell’ottica di gestire in maniera sinergica e uniforme il sistema di accoglienza.