Eccidio Martiri partigiani di Cartecchio: il ricordo di Rifondazione Comunista

La Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ricorda il sacrificio dei “Martiri partigiani di Cartecchio” in occasione del 79° anniversario dell’eccidio per mano fascista.

IL RICORDO

Il 13 aprile 1944 tre giovanissimi partigiani furono uccisi dai fascisti nel cimitero di Cartecchio a Teramo: Erminio Castelli, 21 anni, sergente degli Alpini, teramano; Elio De Cupis, 19 anni, radiomontatore dell’Esercito, nato ad Aggius (SS) in Sardegna, Medaglia d’Oro della Resistenza; Sergio Gucchierato, 20 anni, militare di fanteria, veneziano. I tre partigiani dopo essere stati arrestati nei pressi della frazione di Altavilla a Montorio al Vomano furono processati sommariamente dal Tribunale Straordinario Militare in quanto oppositori del regime fascista e condannati a morte. Detenuti nelle carceri giudiziarie di Sant’Agostino a Teramo, oggi sede dell’Archivio di Stato, furono sottoposti ad una lunga notte di sevizie e torture. All’alba del 13 aprile 1944 furono prelevati per essere portati al cimitero di Cartecchio per la fucilazione. Diversi teramani, testimoni dei fatti, ricordano che i tre partigiani furono condotti ammanettati fino al luogo dell’esecuzione e mentre camminavano per le strade della città cantavano a gran voce inni patriottici e “Bandiera Rossa”. Furono legati a tre sedie e fucilati alla schiena da militi fascisti del “Battaglione M”.

Rifondazione Comunista non dimentica il sacrificio di tutte le vittime del nazifascismo e “continuerà ad onorarne la memoria per trasmettere il loro esempio alle nuove generazioni, per renderle consapevoli degli atroci crimini e delle violenze compiute dalla dittatura mussoliniana affinché siano sempre attivi gli anticorpi contro ogni fascismo e razzismo, per la pace e il ripudio della guerra, racchiusi nella nostra Costituzione. Nello spirito antifascista che ci anima, invitiamo tutta la cittadinanza teramana a firmare la petizione online lanciata da Rifondazione Comunista per chiedere le dimissioni di La Russa, che ha già superato in pochi giorni le 85.000 firme. Il presidente del Senato Ignazio Benito La Russa deve dimettersi. Le sue esternazioni sulla Resistenza, in particolare sull’atto di Via Rasella, non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi momenti di revisionismo storico o ignoranza. Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, un’offesa vergognosa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo. La Russa non è un semplice cittadino e le sue gravissime dichiarazioni sono incompatibili con la seconda carica dello Stato. Ci riconosciamo pienamente nella comune posizione espressa anche dal Presidente dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo: quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre. Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d’Europa alla sua immediata decadenza. E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia”.

Invitiamo tutte/i a firmare: https://chng.it/77HrTFPggJ “Il nostro appello online è un veicolo per dare voce all’Italia democratica e antifascista. Lo dobbiamo ai caduti della Resistenza e alle vittime degli eccidi e dello sterminio nazifascista”.

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