Corropoli, imprenditore vuole produrre mascherine “certificate” ma la Regione non gli risponde

Corropoli. E’ disposto a riconvertire la sua produzione tessile per grandi marche, per confezionare mascherine e camici certificati. La sua disponibilità manifestata attraverso una nota alla Protezione Civile abruzzese, però, dopo 10 giorni resta ancora lettera morta.

 

Nessuna risposta. Né in un senso, essere autorizzato a produrre dispositivi di produzione certificati a livello sanitario. Né nell’altro. Nel mondo produttivo della Val Vibrata, in quello manifatturiero in maniera particolare, che cerca di contenere gli effetti del Covid19, si staglia la vicenda di Massimo Salvi. Imprenditore che ha un’avviata attività a Corropoli, che produce per grandi marchi, e che nei giorni scorsi ha avanzato una richiesta alla Regione. La necessità di riconvertire, in questo frangente l’attività produttiva si lega anche alla volontà di fornire al mercato le tanto richieste mascherine e altri dispositivi individuali di protezione, anche per il mondo sanitario.

 

L’idea è semplice: produrre materiali a norma, per soddisfare la richiesta del territorio (ma non solo), ma per far questo serve un’autorizzazione regionale e della Protezione Civile. “ Voglio intraprendere un percorso produttivo regolare e con prodotti a norma”, racconta l’imprenditore, “ ma in questo momento non vengo preso in considerazione. Ad oggi, a quasi dieci giorni dalla richiesta ufficiale alla Regione, infatti, non ho ancora avuto risposta”. In un frangente nel quale anche il coinvolgimento delle aziende “ferme” potrebbe rappresentare un elemento utile per il dopo, quando chiusa l’emergenza sanitaria bisognerà riavviare il tessuto economico e produttivo, sembrano mancare anche delle linee guida. “Qualcosa nel sistema abruzzese sembra non funzionare”, “per poter avanzare una richiesta in tal senso, non ho avuto indicazioni da parte di Confindustria, Protezione Civile, Camera di Commercio e Regione. Cosa che invece è accaduto in altre realtà subito dopo il decreto governativo. Solo grazie ad un conoscente ho avuto un indirizzo mail al quale avanzare la mia candidatura. In questo frangente andiamo comunque avanti e solo il senso di responsabilità attenuta la delusione che è palpabile”.

Sulla vicenda prende posizione Domenico Di Matteo, presidente del Comitato Civico Val Vibrata-Monti della Laga (del quale fa parte lo stesso imprenditore. “ Bisogna fare blocco unico in questo momento”, dice, “ e la Regione dovrebbe prendere in considerazione le istanze dal territorio e dagli imprenditori. Mi appello anche gli amministratori regionali, vista l’elevata richiesta di tali dispositivi, e verificare le aziende sul territorio disposte e capaci di produrre prodotti certificati. Tutti fanno sacrifici in questa fase, a partire da chi resta a casa e rispetta le consegne, ma un occhio di riguardo va riservato anche alle aziende disposte a riconvertire la produzione per fornire al mercato prodotti che saranno indispensabili anche quando i blocchi saranno allentati. In una situazione di emergenza tutti devono fare la loro parte”.

 

 

 

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