Caccia a Valle Castellana: “più controlli nel centro abitato”. La denuncia di Questione Natura

Una casa in affitto a Valle Castellana e una domenica mattina da dimenticare per il presidente dell’Associazione di Questione Natura, Roberto Cameli.

Il presidente dell’Associazione che mira a preservare i paesaggi, gli animali e i giovani del territorio ha scritto alla nostra redazione per raccontare un fatto accaduto il 2 ottobre quando “un esplosione di rumori molesti e violenti” lo avrebbe svegliato alle prime luci di una giornata che doveva essere all’insegna del relax in mezzo alla natura e alla tranquillità del borgo teramano.

“Mi affaccio dalla finestra e scorgo la figura di cacciatori in uniforme con fucili a tracollo”, racconta Cameli che, sceso in strada, avrebbe cercato di attirare la loro attenzione chiamandoli più volte ma senza risultato. “Ritorno in casa e compongo il numero dei carabinieri di Valle Castellana. Credendo che avessero mandato una pattuglia a controllare, esco dirigendomi verso le porte del paese. Brutta sorpresa: mi imbatto in 6/7 personaggi armati fino ai denti: sembra di trovarsi piú di fronte a un gruppo di guerriglieri che a delle persone con un “hobby” in comune (chiamato cosí da loro stessi, hobby che comporta la caccia e crudele uccisione di animali selvatici…)”.

Il presidente di Questione Natura allora si è fatto avanti per spiegare ai cacciatori che “non solo si trovano nei confini di un villaggio abitato con pericolosissime armi da fuoco ma che tutta la zona é parco nazionale, con paletti segnalatori posti all’entrata del paese e lungo tutti i sentieri, dove la caccia é severamente vietata. Cercano di difendersi”, racconta ancora Cameli, “dicendo che poi da lì andranno verso la zona sottostante, lontano dal parco nazionale, ma non c’é scusa: sono entrati con armi da fuoco e cani da caccia in zona vietata per quello scopo”.

Nel frattempo, sottolinea nel racconto, nessuna traccia dei carabinieri a cui Cameli ha  richiamato: “mi dicono che non possono mandare nessuno e che devo chiamare la forestale. Allora compongo il numero della forestale di Rocca Santa Maria, ma nessuno risponde alle mie 20 e piú telefonate, cosí provo con Torricella Sicura, Crognaleto, Campli, eccetera eccetera, sempre la stessa storia…Quando chiamo i carabinieri di Teramo mi dicono che la colpa é mia, avrei dovuto fare il 112 se era un emergenza”.

Nessuno si è recato ad accertare i fatti, nessuna risposta o aiuto. Nè dalle autorità politiche nè dalle forze dell’ordine. E’ l’amara constatazione di chi ha denunciato l’accaduto.

“Non chiedo cose assurde, ma semplicemente che nel momento in cui viene aperta la caccia ci sia qualcuno a controllare che questo fanatismo sia posto entro certi limiti. Non ci siamo sentiti sicuri con queste squadre armate e branchi di cani addestrati a uccidere nei dintorni, non ci fanno sentire sicuri spari fragorosi tutto intorno. Cosa deve fare un cittadino per farsi sentire e rispettare?”. Cameli chiosa con una nota polemica su tasse, bollette, rifiuti e anche uno spiacevole incontro con un addetto della società acquedottistica. Poca sicurezza e poco rispetto per la natura: è questo il problema per il presidente di Questione Natura.

La conclusione

“Il comune di Valle Castellana, violando la mia privacy”, conclude Cameli, “ha contattato il proprietario della casa in cui mi trovo in affitto dicendogli che io, da solo e disarmato, avrei impedito l’accesso a cacciatori e fungaioli che avrebbero il permesso di passare qui, quando questa famigerata autorizzazione non é stata né presentata né menzionata”.

L’invito di Questione Natura è per sabato 8 ottobre alle 10 per andare a Collegrato.

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