Bisenti, chiusura Popolare di Bari. Corneli (M5s): “danno a cittadini e operatori economici”

“Avevo già denunciato che il rinnovo delle cariche sociali della Banca Popolare di Bari, avvenuto a fine 2020, era stato penalizzante per la Regione Abruzzo in quanto nessun abruzzese è stato eletto nel consiglio di amministrazione. E infatti – forse non è un caso – l’istituto di credito sembra ancora determinato a chiudere diverse filiali nella provincia di Teramo in quanto considerate “inefficienti”. Tra queste cito solo ad esempio quella di Bisenti, che riveste un ruolo centrale per la Comunità della Valfino, già fortemente penalizzata sotto diversi profili, in primis quello infrastrutturale”. Così in una nota stampa l’onorevole Valentina Corneli, portavoce M5s.

“Il movimento civico la Rinascita, che purtroppo non è riuscito a far eleggere il sindaco alle scorse amministrative per mancanza di quorum, si è comunque immediatamente mobilitato, anche mettendosi a disposizione del Commissario Fabrizi (che ho contattato anche io stessa) al fine di collaborare per garantire la continuità del servizio bancario. Spero riusciremo a portare avanti, compatti, questa battaglia perché la scelta della BPB è disfunzionale al progetto che come MoVimento 5 Stelle abbiamo in mente: infatti le annunciate chiusure potrebbero causare un danno incalcolabile ai cittadini e agli operatori economici della nostra provincia, poiché comporterebbero il venir meno di un importante punto di riferimento (in alcuni casi l’unico) per la gestione dei conti e per l’accesso al credito e alle agevolazioni che anche lo Stato ha messo a disposizione per risollevarci dal momento di crisi che stiamo vivendo. Per non tacere dei dipendenti delle filiali e delle loro famiglie ormai stabilmente residenti nel territorio, che dovrebbero trasferirsi altrove”.

“Pertanto”, conclude l’onorevole Corneli, “nei mesi scorsi ho richiesto chiarimenti ai vertici dell’Istituto, senza ottenere le rassicurazioni che mi aspettavo. Ora ho richiesto formalmente un incontro al Presidente del CDA al fine di individuare una soluzione condivisa. Auspico che l’Istituto, dopo aver molto ottenuto dallo Stato e dai nostri territori (anche come ex Tercas), non ci volti le spalle”.

 

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