Betafence, il monito dei sindacati: no alla campagna elettorale sulle spalle dei lavoratori

Tortoreto. “Fate la vostra campagna elettorale, ma non sulla pelle dei lavoratori”. Mentre il confronto elettorale per le politiche del 25 settembre inizia a prendere forma, escono allo scoperto le sigle sindacali dei matelmeccanici che criticano una sortita di Antonio Zennaro, parlamentare uscente, e candidato nel collegio proporzionale per l’Abruzzo con la Lega.

 

“Per la seconda volta, questa volta in un comunicato stampa, leggiamo l’onorevole Antonio Zennaro che, per scopi meramente elettorali, brandisce la vicenda della Betafence come una delle più importanti gesta politiche – se non addirittura una vittoria – portate in Parlamento dall’onorevole rappresentante e dal suo partito”, scrivono in una nota Natascia Innamorati della Fiom, Marco Boccanera della Fim e Gianluca Di Girolamo della Uilm.
La prima volta abbiamo assistito ad un semplice post su Facebook in cui viene riproposta l’interrogazione parlamentare del 30 luglio 2020: una caduta di stile, pensavamo, che abbiamo lasciato correre per non incorrere in inutili strumentalizzazioni.

Ma c’è una seconda e per rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo e per amore di verità, ci troviamo costretti a rispondere.
Nel comunicato, infatti, Zennaro dichiara: “con il supporto della Lega siamo riusciti ad essere presenti in tutti i tavoli, portando anche le istanze di Tortoreto, come quella delicata della crisi aziendale della Betafence”.

Troviamo oltremodo strumentale utilizzare la vertenza della Betafence di Tortoreto. La situazione della Betafence non è affatto conclusa o “sistemata” e le istanze di Tortoreto sono rimaste lì dove sono partite. Lo abbiamo detto e scritto in tutte le salse. In questo momento infatti, giusto per aggiornare l’Onorevole, che non vediamo e sentiamo da moltissimo tempo, le percentuali di solidarietà (e quindi di riduzione di orari e quindi di salario) sono altissime e si sta andando incontro ad uno smantellamento della fabbrica, a cominciare dalla vendita dei beni mobili ed immobili. Nell’ultimo incontro in Regione con i rappresentanti istituzionali dello stesso partito di Zennaro abbiamo rappresentato per filo e segno le forti criticità e le nostre preoccupazioni.

Le passerelle politiche in Betafence ci sono state solo nei giorni immediatamente successivi la comunicazione di delocalizzazione, datata 29 luglio 2020, quando i lavoratori erano in presidio permanente fuori i cancelli. Non a caso, l’interrogazione parlamentare di Zennaro è del 30 luglio 2022, il giorno dopo la nefasta notizia. Non ricordiamo ulteriori interessamenti, allora e nel corso di questi due anni, da parte dell’Onorevole.

In ultimo, ma non per importanza, per amore di verità denunciamo un falso storico: il 30 luglio 2020, l’onorevole Zennaro non era ancora convogliato nel partito che oggi rappresenta e per il quale si è candidato, ma era da poco passato da un movimento a un gruppo misto. Inoltre, ricordiamo a noi stessi che, in quel periodo, al Ministero dello sviluppo economico si sono susseguiti due interlocutori e rappresentati fondamentali, se solo avesse voluto: la sottosegretaria Todde, facente parte del movimento originario di Zennaro, e poi il Ministro Giorgetti, facente parte del partito di approdo.

Insomma, spazi per agire ce ne erano eccome. Eppure oggi ci ritroviamo a difendere con i denti quella poca attività lavorativa che è rimasta. Rimasta solo grazie all’azione compatta e coesa delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno fatto grande il nome della Betafence. E a quei tavoli a cui fa riferimento non lo abbiamo mai visto, né con il movimento originario né in quello intermedio né tanto meno con quello di approdo”.

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