Alba Adriatica. Non vuole finire nel tritacarne di una situazione che, al momento, degli aspetti paradossali e grotteschi, ancora li dispensa. Da un lato il danno d’immagine, evidente, per una cittadina turistica in procinto di partire con la stagione balneare per delle omissioni che allo stato attuale hanno impedito di tornare a fregiarsi della Bandiera Blu.
Dall’altra le critiche di natura politica, giudicate ingenerose sul piano pratico e sostanziale. Due ingredienti che sembrano mal conciliarsi e che impongono un’accorata difesa d’ufficio dell’operato dell’amministrazione comunale in tre anni di politiche ambientali e di alcune stoccate nei confronti di chi fa “dello sciacallaggio per meri fini politici che alla fine finiscono per mettere in cattiva luce non certo l’amministrazione comunale, ma la cittadina di Alba Adriatica.
Per ribadire termini e passaggi di una vicenda che si trascina avanti oramai da due anni, Nicolino Colonnelli, assessore all’ambiente del Comune di Alba Adriatica, fornisce una certosina ricostruzione fatta di documenti, comunicazioni e percorsi accidentati che solo nelle ultime settimane sembrano aver trovato una soluzione. Una soluzione utile per correggere i dati sulla classificazione delle acque di balneazione, ma non utili al momento per ottenere la Bandiera Blu.
“Avrei volentieri fatto a meno di tornare sull’argomento“, incalza Colonnelli, ” anche perché in questa fase era meglio seguire un profilo basso in attesa di poter riaprire la pratica con la Fee e poi muoverci di conseguenza. Invece qualcuno (il riferimento è a Città Viva), pur di aver un tornaconto politico ha preferito lanciare accuse gratuite, che fanno male non ad nostro gruppo, ma alla nostra cittadina. Quando invece tutti avremmo dovuto sostenere la stessa battaglia per la nostra cittadina”.
La ricostruzione. Tutta la questione, che nella sostanza ha frenato Alba Adriatica, nella riconquista della Bandiera Blu, riguarda il campionamento del maggio del 2019 nella zona di via Sardegna. Quello sforamento, però, non corretto nelle comunicazioni successive di Arta e Regione (se non dopo quasi due anni, quando oramai era troppo tardi) resta l’elemento attorno al quale ruota ogni ragionamento. “Abbiamo notato da subito”, ricorda Colonnelli, ” che l’esito delle controanalisi non era stato inserito come da prassi nel portale e solo dopo le nostre sollecitazioni qualcosa si è mosso”. Il mancato inserimento dell’esito delle controanalisi non ha consentito poi nella classificazione quadriennale di non poter scartare il dato e dunque quel punto, nonostante la situazione di fatto fosse totalmente diversa, ha continuato ad avere nei portali una classificazione di buona.
“Arta e Regione, in un rimpallo di responsabilità, hanno sempre parlato di problemi tecnici e solo lo scorso 6 maggio”, aggiunge l’assessore, ” tutto è stato sistemato solo dopo che noi abbiamo alzato il tiro. Quando però la Bandiera Blu era stata già assegnata. Mi chiedo: se la correzione è stata fatta ora, perché non perfezionarla prima e sanare una situazione che ha penalizzato la nostra cittadina, i nostri operatori e la sua immagine turistica”.
Cosa accade ora. L’amministrazione comunale, negli ultimi giorni, attraverso l’ex ministro Beatrice Lorenzin ha aperto un canale con il Ministero della Sanità per andare a sanare l’ultima anomalia di questa vicenda e chiedere alla Fee, documenti alla mano,di provare a riaprire la pratica per l’assegnazione della Bandiera Blu. “Anche tardiva”, prosegue, “il vessillo sarebbe il riconoscimento dell’impegno avuto in questo contesto e di cristallizzare anche quella che è la situazione delle acque di balneazione che negli ultimi anni è stata sempre eccellente, come emerge anche dall’ultima delibera della Regione. Il messaggio è soprattutto questo. Quello che non accetto è la polemica politica di tre ex assessori, che in due diverse epoche rappresentavano amministrazioni che quella Bandiera l’hanno persa. A me, invece, interessa che Alba Adriatica sia tutelata e che riacquisti l’immagine che merita”.
Trionfalismo. “Non mi si può accusare di questo”, chiosa Colonnelli, ” abbiamo solo detto che c’erano possibilità d ottenere il vessillo per tutti i dati in possesso e per anche la certificazione Emas ottenuta di recente. Ovviamente, se le cose non si risolveranno, valuteremo la possibilità di tutelarci in tutte le sedi”.