Acqua Gran Sasso, si apre fase dibattimentale del processo su incidente di quattro anni fa

Ad oltre due anni dalla prima udienza, dopo una serie infinita di rinvii, oggi si è aperta la fase dibattimentale del processo sull’incidente del maggio 2017 che provocò il divieto del consumo a scopo potabile dell’acqua del Gran Sasso in gran parte della provincia di Teramo.

Il processo vede imputati i vertici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, della Strada dei Parchi SpA e della Ruzzo Reti SpA e ha visto, tra le altre, la costituzione di parte civile delle associazioni WWF Italia, CAI, Legambiente e Cittadinanzattiva, tutte patrocinate dall’Avv.

Lo rende noto il WWF Teramo. Domenico Giordano e tutte presenti nell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, insieme all’Associazione GADIT, anch’essa parte civile nel processo.

“Come primo teste è stato sentito il Tenente Colonnello Antonio Spoletini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri che ha illustrato le attività svolte dal NOE durante le indagini, ponendo in luce la delicatezza dell’ecosistema del Gran Sasso, ma soprattutto le problematicità legate ad avere nello stesso luogo il più importante acquifero del centro Italia e due infrastrutture pesanti come le gallerie autostradali e i Laboratori sotterranei dell’INFN. Non a caso il Tenente Colonnello Spoletini nella sua presentazione durante l’udienza ha parlato di ‘condominio impossibile’ tra la ‘spugna’ del Gran Sasso e le infrastrutture antropiche”.

“L’avvio della fase dibattimentale è un passaggio importante – dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia – Continua ad esserci il rischio della prescrizione a causa dei tanti ritardi accumulati, ma almeno si inizia il lavoro di ricostruzione della verità su una vicenda che si trascina da anni. Emergono come ci siano problemi profondi nella gestione di questo sistema, come le associazioni denunciano almeno dall’inizio degli Anni 2000. Il WWF, insieme alle altre associazioni, continuerà a seguire il processo con l’obiettivo dell’accertamento delle responsabilità, ma soprattutto per fare in modo che dalla ricostruzione di quanto è accaduto si possa arrivare alla definitiva soluzione del problema dell’interferenza dei Laboratori sotterranei INFN e delle gallerie autostradali dell’A24 con l’acquifero del Gran Sasso”.

 

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