Lavoro nero, italiani alle dipendenze di ditte cinesi: sequestri e aziende chiuse nel Teramano

lavoro-nero-1Teramo. Imprenditori cinesi che assoldano alle proprie dipendenze, anche in nero, lavoratori italiani, ma anche albanesi e indiani.

 

E’ la nuova frontiere del lavoro nero, emersa durante l’operazione “Filorientale” ed è l’operazione della direzione territoriale del lavoro di Teramo, in collaborazione con i carabinieri per la tutela del lavoro, che ha portato alla scoperta di una serie di laboratori tessili e di pelletteria tutti irregolari gestiti da cinesi. Trenta gli opifici non a norma concentrati soprattutto nell’area della Val Vibrata, all’interno dei quali sono stati individuati 296 lavoratori extracomunitari, di cui 75 in nero, 16 clandestini ed un minore. Sono stati operati 22 sequestri di immobili adibiti a laboratori e di macchinari per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza, per un valore complessivo di 8.477.000 di euro. Gli immobili sono risultati tutti di proprietà di cittadini italiani. Sono state impartite n. 1379 prescrizioni per contestazioni di violazioni alle normative in materia di sicurezza, per un importo complessivo di poco più 7milioni di euro di ammende. Sono stati adottati 19 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, contestate sanzioni amministrative per un importo di 333.450 di euro le omissioni e l’evasione contributiva accertate ammontano complessivamente ad € 1.205.277. Denunciati 30 cittadini di nazionalità cinese. Le indagini condotte hanno permesso di accertare che in alcuni casi le lavorazioni sono state svolte per conto di ditte italiane con sedi in provincia di Teramo e in regioni limitrofe.

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