Martinsicuro, vertenza Veco: Bracco chiede di convocare il Cicas

“Sedici operai che rischiano di non poter proseguire con la procedura della mobilità a causa di un cavillo burocratico. Una situazione dai contorni kafkiani quella che in queste ore si sta vivendo presso la Veco di Martinsicuro, storica fonderia e smalteria e caposaldo del tessuto produttivo della Val Vibrata.

 

È estremamente urgente che l’assessore regionale Andrea Gerosolimo, responsabile del Lavoro e della Formazione, convochi il Comitato di intervento per le crisi aziendali e di settore (Cicas) al fine di scongiurare un pericolo che, se concretizzato, lascerebbe senza entrate economiche sedici nuclei familiari molti dei quali monoreddito”. E’ questo l’architrave del comunicato stampa che il consigliere di Sinistra Italiana ed esponente di Liberi e Uguali Leandro Bracco ha diramato questa mattina e che riguarda una delicata questione occupazionale che concerne la provincia di Teramo.

 

 

“Dopo una serie di ristrutturazioni, problematiche ambientali e difficoltà finanziarie – spiega Bracco – la Veco, una decina di giorni fa, è stata ammessa al concordato preventivo in continuità. Una buona notizia sia per l’azienda che per i lavoratori accompagnata, fra l’altro, dall’arrivo di nuove commesse e da un probabile rilancio della produzione”. “A queste novità positive si accompagna però – rileva Bracco – un cavillo burocratico che mette a serio rischio, per sedici operai licenziati in una delle ultime ristrutturazioni, la possibilità di accedere a un ulteriore anno di mobilità in deroga. Come denunciato dalle segreterie provinciali di settore di Cgil e Cisl, questi sedici lavoratori licenziati il 27 dicembre 2015 si sono visti attivare la domanda di mobilità presso l’Inps solamente il 5 gennaio 2016, una manciata di giorni che in base al recente provvedimento assunto dal Cicas (articolo 4 del dispositivo riguardante l’area di crisi complessa Val Vibrata) impedisce di accedere alla proroga della mobilità in deroga”.

 

 

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