Tortoreto, annullata l’ordinanza di stop alla musica: il Manakara vince la causa

Le infrazioni contestate, superamento degli orari musicali, parte integrante del provvedimento di sospensione della licenza musicale sono state accertate in data antecedente alla pubblicazione del regolamento.

 

Per questo motivo, a distanza di un anno, l’ordinanza comunale viene annullata (dopo la sospensione già ottenuta) e ora per il Comune potrebbe essere esposto a rischio di risarcimenti danni.

 

Il Tar accoglie in toto il ricorso del Manakara, la discoteca sul mare della zona nord di Tortoreto, che lo scorso anno (a cavallo di Ferragosto) aveva impugnato l’ordinanza con la quale il comandante della polizia municipale aveva sospeso per 15 giorni la licenza per attività musicali. Già nella calda estate del 2016 c’era stato un primo antipasto (con l’accoglimento della sospensiva), ora il tribunale amministrativo ha definito accolto il ricorso dei legali del Manakara (Fabrizio Antenucci ed Enrico Ioannoni Fiore), condannando il Comune di Tortoreto al pagamento di 3mila euro di pese legali.

 

Il contenzioso, o parte di esso, era nato il 12 di agosto di un anno fa, quando il il Comune di Tortoreto emise un’ordinanza di sospensione delle attività musicali per 15 giorni per alcune violazioni sullo sforamento degli orari contemplato nel regolamento comunale sulle attività rumorose. Infrazioni che, però, come hanno rilevato i giudici del Tar, erano state rilevate un mese prima e comunque prima della pubblicazione sull’albo pretorio del regolamento (1 agosto).

 

“Un risultato decisivo quello maturato in sede di giustizia amministrativa”, commenta l’avvocato Fabrizio Antenucci, “che contribuisce a delineare i contorni di una vicenda anomala destinata a spiegare i suoi effetti anche in termini di conseguenze giuridico penali nei confronti della stessa amministrazione.

Il danno causato alla società Manakara è stato ingente ed è tuttora in corso di esatta determinazione e per il ristoro del quale non mancheremo di chiamare a risponderne ognuno dei responsabili”.

 

LA SENTENZA

 

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