Teramo, ospedale unico: Verna propone l’area tra Piano D’Accio e San Nicolò VIDEO

Un’area di 20 ettari, al confine tra Piano D’Accio e San Nicolò su cui realizzare l’ospedale unico provinciale teramano che potrà ospitare fino a 650 posti letto. Arriva dai gruppi consiliari del Pd e di Teramo Cambia del Comune di Teramo, oltre che dal consigliere provinciale Maurizio Verna, la proposta per la realizzazione di una nuova struttura sanitaria di primo livello per acuti, da sottoporre immediatamente al prossimo Consiglio Comunale.

Un modo per riaprire il dibattito e presentare pro e contro di tutti i progetti che stanno emergendo in questo ultimo periodo dal territorio provinciale, prima che Asl e Regione prendano una decisione definitiva sulla questione.

“Nell’ambito del dibattito se realizzare un ospedale unico o più strutture nel teramano”, spiega Verna, sottolineando subito come l’idea non voglia essere contro qualcuno o qualcosa, “la nostra proposta individua il sito migliore in cui poter realizzare una struttura unica, visto che si trova a ridosso delle principali vie di collegamento, con Teramo-mare, Statale 80, ferrovie, strada per la Val Vibrata e autostrade nelle immediate vicinanze, recuperando un sito dove attualmente sono presenti due cave,che consentirebbe di migliorare la situazione urbanistica, limitando al massimo il consumo del suolo”.

Una proposta, dunque, che non si contrappone a quella portata avanti dal sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, che vorrebbe due ospedali, uno a Teramo e uno sulla costa, ma che si propone come soluzione ideale nel caso in cui Asl e Regione decidano per un’unica struttura territoriale.

Per il capogruppo del Pd, Gianguido D’Alberto, che spiega come si dovrà arrivare inevitabilmente ad una sintesi tra il recupero dell’edilizia sanitaria e la riorganizzazione delle rete ospedaliera, l’idea dell’ospedale unico non può che ricadere su Teramo capoluogo, sia per motivazioni di tipo geografico, visto che il luogo indicato sarebbe perfettamente baricentrico tra mare e montagna, sia perché, “se ci faremo imbottigliare da veti incrociati e campanilismi, rischiamo di perdere i finanziamenti e a rimetterci sarà solo la provincia teramana”.

“Non si pensi”, ha detto infatti D’Alberto, “che una lotta territoriale possa portare benefici ad altri, poiché se si indebolisce Teramo città ne sarà penalizzato tutto il territorio”.

Avviare, dunque, una discussione nel merito con tutti gli attori interessati, è la volontà del Pd di Teramo che, dopo un incontro avuto lunedì scorso con il direttore generale della Asl, Roberto Fagnano, attende ora di conoscere la proposta della Asl.

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