Inchiesta rifiuti Abruzzo: a Teramo, Pd e Rifondazione Comunista abbandonano l’aula del Consiglio comunale

brucchi_consigliocomunaleTeramo. L’alba del giorno dopo a Teramo. Il giorno dopo l’esplosione dell’ennesimo scandalo “made in Abruzzo”, che ha portato sulle cronache nazionali una regione, l’Abruzzo, e un città, Teramo, da sempre considerata un’oasi felice. Il giorno dopo l’arresto dell’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni e dell’imprenditore Rodolfo Di Zio.

Il giorno dopo gli avvisi di garanzia recapitati ai senatori del Pdl Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi, al sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, ma anche a nomi noti della Teramo Ambiente, l’azienda municipalizzata che si occupa di smaltimento di rifiuti, Vittorio Cardarella, Giovanni Faggiano, Sergio Saccomandi, Paolo Bellamio, oltre ai pescaresi Ettore Ferdinando Di Zio ed Ottavio Panzone.

E’ solo un caso che il giorno dopo la grande inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti, partita dalla Procura di Pescara, a Teramo sia previsto un Consiglio comunale. Un’assise che, come prevedibile, ha vissuto momenti di forte concitazione, con il Pd e Rifondazione Comunista che decidono di abbandonare l’aula.

All’ordine del giorno ci sono i debiti fuori bilancio, ma per la minoranza ci sono questioni più importanti da affrontare: la gestione della TeAm non è un argomento che si può tralasciare, prescindendo dalle questioni giudiziarie che vedono coinvolto il primo cittadino. Di parere opposto è la maggioranza consiliare, che si affida alle parole del consigliere (nonché assessore regionale alla Cultura) Mauro Di Dalmazio: “è solo un tentativo per strumentalizzare la questione. Siamo disponibili a parlare di rifiuti, ma facciamolo in un consiglio straordinario, non oggi. Mi sembra assurdo che si voglia discutere in questo momento di questioni di cui non si sa nulla. Rispettare la magistratura significa anche lasciare che faccia il suo corso”.

Dai banchi dell’opposizione sale forte il bisogno di un chiarimento. “Nessuna demagogia né strumentalizzazione” dice Giovanni Cavallari (Pd) “non siamo giudici. Vogliamo semplicemente discutere”. Una discussione che, tuttavia, non viene accordata. Ragione per cui il Pd e Rifondazione Comunista decidono di ritirare i punti all’ordine del giorno sull’Ici e sull’intitolazione di una piazza al sindaco Angelo Vassallo e abbandonano l’aula. Non prima, però, di aver lasciato la parola al sindaco Brucchi, che ribadisce la sua assoluta serenità in merito alla vicenda. “Ho piena fiducia nella magistratura e sono convinto che sarà dimostrata la mia estraneità ai fatti. E’ giusto che si faccia chiarezza su una vicenda che presenta luci e ombre, ma se oggi mi chiedete quali sono queste ombre, bene, io non posso soddisfare la vostra richiesta. Se vogliamo parlare di rifiuti, ben venga un consiglio straordinario. Io vado avanti nella mia attività di sindaco, seguendo il mio unico obiettivo che è quello di fare il bene della comunità. Stanotte ho dormito tranquillo e continuerò con la stessa determinazione di sempre”.

minoranza_teramoDopo una breve sospensione, dunque, parte della minoranza abbandona l’aula consiliare. “Ci hanno accusato di essere giustizialisti” dichiara Cavallari nella conferenza stampa convocata subito dopo “ma non possiamo pensare che un problema del genere possa essere strumentalmente non discusso. D’altra parte ieri è successa la stessa cosa in Consiglio regionale, dove la maggioranza ha deciso di non presentarsi. Oggi hanno voluto raccontare una storia, come se nulla fosse successo. Siamo garantisti, non vogliamo fare il processo a nessuno, ma la città ha bisogno di sapere. Non potevamo fare altro che uscire dall’aula, perché si sono rifiutati di affrontare una discussione fondamentale”.

“Il nostro interesse” aggiunge Manola Di Paquale (Pd) “non è discutere il capo di imputazione di Brucchi, ma spiegare perché il famoso modello Teramo si è trasformato nella cricca d’Abruzzo. Una spiegazione la vogliamo dare o non merita nemmeno questo la città che è stata sbattuta in prima pagina? Il Pd non può tollerare questo modo antidemocratico di governare”.

D’altra parte, aggiunge Alberto Melarangelo (Pd) “ne ha parlato anche Minzolini, perché non possiamo discuterne noi? Teniamo alla figura del primo cittadino, in quanto istituzione prima di tutto, ma Brucchi ha il dovere il chiarire la vicenda. Vogliamo tutelare la città da una vicenda che fa entrare Teramo nel circuito degli scandali d’Abruzzo”.

Nel frattempo in aula si continua a discutere sui debiti fuori bilancio. Il giorno dopo l’inchiesta sui rifiuti in Abruzzo, Teramo si risveglia così, mentre fuori, per strada, i teramani vanno avanti come se nulla fosse. Intanto, proprio di rifiuti si parlerà nel consiglio straordinario convocato per il prossimo 7 ottobre alle ore 14.

Marina Serra

 

 

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