Novanta minuti di conferenza stampa per riaffermare la totale estraneità del Teramo Calcio e di Luciano Campitelli. Nell’affollata sala stampa del Bonolis, il numero uno biancorosso seduto tra i due legali (Chiacchio per la parte sportiva, Borzone per la parte penale), ha voluto chiarire alla città e ai tifosi un pensiero forte. Una convinzione radicata, quella dell’innocenza. Tanto da, dice Campitelli, averlo fatto persino pensare di lasciare il ruolo di massimo dirigente.
Accorato ma polemico il discorso del presidente biancorosso. Una richiesta, quella alla città e alla stampa, di stringersi intorno al sodalizio teramano. La stampa, si. Il bersaglio principale. Rea di aver difeso troppo poco, se non addirittura processato sommariamente lui e la società dopo una “vittoria sul campo chiarissima”. Nega gli incontri con Di Nicola e Barghigiani. Poi un invito, a una parte di giornalisti, a “farsi i fatti propri” dichiarato in maniera sonora. “Accetterò la mia colpevolezza soltanto quando lo dirà un giudice”. L’attacco frontale non risparmia neppure l’Ascoli e al suo omologo Bellini che aveva minacciato le dimissioni in caso di mancata punizione al Teramo, Campitelli gli urla: “Dimettiti, perché noi giocheremo in Serie B!”.
Poi la parola passa ai due avvocati. Inizia Eduardo Chiacchio, che cura la parte sportiva. Il legale partenopeo non svela le strategie difensive ma ammette che no, lui non difenderà Marcello Di Giuseppe, il classico convitato di pietra. “Gli parlerò in quanto tesserato, spero che riuscirà a dimostrare la sua totale estraneità”. Chiacchio parla di ipotesi e congetture, quelle evidenziate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Nessuna prova evidente della responsabilità del presidente e la speranza che la Procura Federale non voglia procedere con i deferimenti ma che proceda prima alle audizioni degli indagati che, ad oggi, però, non ci sono ancora.
Infine Borzone che rinforza il concetto seppur con minore fervore del collega napoletano. Parla di falle da parte degli inquirenti, spiegando la motivazione che ha portato al silenzio di Campitelli: “Le regole del gioco valgono quanto, se non più del gioco stesso. Non mi è piaciuta la spettacolarizzazione messa in atto dalla Procura calabrese. Ma siamo fiduciosi di trovare la strada per dimostrare la totale innocenza del presidente”.
Infine la comunicazione dell’ulteriore rinvio del ritiro. Appuntamento a Rivisondoli il prossimo 20 luglio fino al 3 agosto. Rinvio dettato dallo slittamento dell’avvio del campionato di Serie B al prossimo 5 settembre.