Teramo, scuola esplosa: tutti a processo

Teramo. Sono stati tutti rinviati a giudizio i cinque indagati della Cpl Concordia per l’esplosione della scuola di Piano d’Accio.

Questo pomeriggio il Gup Giovanni De Rensis ha deciso di mandare a processo i cinque dirigenti per l’esplosione del vano caldaia nell’ottobre di due anni fa, episodio che fortunatamente non ha coinvolto nessuno dei bambini che avevano da poco lasciato l’asilo.

Il processo si aprirà il prossimo 6 ottobre. Tra gli imputati, anche Roberto Casari, ex presidente della Cpl Concordia coinvolto nell’inchiesta di Ischia sulla metanizzazione ed oggi presente in aula. Gli altri sono Daniele Spiaggiari, consigliere di amministrazione, Alfredo Lupi, direttore di area tecnica, Walter Lucidi, responsabile della commessa e Massimo Lancia, preposto di cantiere.

L’inchiesta è stata condotta dal sostituto procuratore Stefano Giovagnoni, i cui riscontri, tra le altre cose, avrebbero evidenziato una manutenzione carente della caldaia. L’accusa è di crollo colposo.

 

La posizione della difesa. Gli Avvocati Adriano Di Battista e Lauro Tribuiani, difensori degli indagati  di Alfredo Lupi, Walter Lucidi e Massimo Lancia all’esito dell’udienza preliminare tenutasi oggi davanti al GUP del Tribunale di Teramo hanno dichiarato “di rispettare la decisione assunta dal GUP di rinviare a giudizio i propri assistiti ma di non condividerla ritenendo sussistere elementi più che sufficienti per ottenere già in udienza preliminare una sentenza di pieno proscioglimento degli indagati.

Evidenziano al riguardo come all’esito delle indagini preliminari, grazie anche alla corposa documentazione a discarico prodotta dalla difesa, era agevolmente riscontrabile l’insussistenza di profili di responsabilità, sotto ogni profilo valutati, a carico dei propri assistiti, avendo questi ultimi agito in maniera assolutamente conforme a diritto, oltre che in perfetta ed assoluta buona fede.

Gli stessi sono in ogni caso convinti che il vaglio dibattimentale consentirà di scagionare pienamente i propri assistiti e di fugare ogni dubbio in ordine alla loro totale estraneità rispetto ai fatti di reato ascrittigli”.

(Foto La Città)

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