Pescara. Sono 751 le istanze registrate a favore del bando “pacchetto giovani” (21 milioni di euro a disposizione) collegato al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
‘Il confronto con il primo bando della precedente programmazione è chiaro – ha spiegato l’assessore alle politiche agricole, Dino Pepe – abbiamo più domande in meno tempo. E’ stato registrato infatti un incremento del 80% delle istanze (che nel 2009 furono 417 in ben 11 mesi di apertura del bando)’.
‘Abbiamo registrato un incremento rilevante di adesioni e ciò testimonia come i giovani, grazie alle strategie messe in campo dalla Regione, abbiano riscoperto il comparto agricolo – ha aggiunto l’assessore -. Oggi, in Abruzzo, l’età media degli imprenditori agricoli è di 64 anni e le azioni messe in cantiere con le opportunità del Psr 2014-2020 puntano proprio a valorizzare le giovani generazioni, che possono promuovere l’innovazione nel comparto rurale’.
Il bando “pacchetto giovani” è stato aperto 4 mesi avendo ottenuto solo due proroghe tecniche dalla sua pubblicazione (giugno 2016), mentre nella precedente programmazione furono ben cinque nell’arco di undici mesi (da settembre 2008 ad agosto 2009), registrando però molte meno adesioni.
‘Se confrontiamo i dati rispetto alla precedente programmazione – osserva ancora l’assessore – emerge chiaramente come l’offerta a favore dei giovani agricoltori è stata soddisfacente e la strategia messa in campo finora sul Programma di Sviluppo Rurale efficace’.
La percentuale maggiore delle domande (oltre il 30 %) arriva dalla provincia di Chieti, mentre il restante è equamente suddiviso tra le altre provincie.
‘Sono felice di constatare – continua Pepe – che oltre la metà delle domande arriva da ragazzi under 30. La dotazione finanziaria messa a disposizione per il solo insediamento consente di finanziare circa 350 aziende con una dotazione finanziaria di 14 milioni di euro a cui si aggiunge un dotazione finanziaria di 7 milioni per i piani di investimento aziendale.
I giovani potranno usufruire di un premio per lo start-up di impresa di 50 mila euro, che sale a 60 mila euro per chi opera in area disagiata, a cui si aggiunge un contributo in conto capitale per gli investimenti di ammodernamento aziendale, variabile dal 40 al 60% della spesa ammissibile, e per un importo massimo di 30 mila euro.
‘Infine desidero ringraziare – conclude Pepe – la struttura della Regione e l’intero partenariato che hanno lavorato unitamente per il raggiungimento di un così soddisfacente risultato’.