Pescara, Tre Gemme: botta e risposta tra Del Vecchio e Antonelli

Pescara. Si scatena la polemica politica sul caso Tre Gemme. Dopo la sentenza del Tar che ha condannato il Comune a risarcire la ditta che aveva avanzato la richiesta di costruire sull’ex consorzio agrario di via del Circuito, maggioranza e opposizione si accusano vicendevolmente delle responsabilità.

Quattordicimila euro in relazione al ricorso, presentato dalla societa’ ‘Tre Gemme’, volto a ottenere il risarcimento dei danni subiti a causa del ritardo con cui il Comune stesso si e’ occupato della pratica per il permesso di costruire presentata nel marzo del 2012, quando a governare c’era il centrodestra di Albore Mascia. Dapprima, è stato il capogruppo FI in Consiglio, Marcello Antonelli a bacchettare il Pd, all’epoca all’opposizione per aver presentato”decine di pregiudiziali e sospensive per impedire al Consiglio di esprimersi sul progetto presentato”, chiedendo che ora siano il sindaco Alessandrini e il vice Del Vecchio a sborsare il denaro per il risarcimento.

Ora arriva la replica di Del Vecchio, che sottolinea “errori e strafalcioni da parte dell’ex Amministrazione di centrodestra sul progetto della società Tre Gemme”.

“Una richiesta di costruire avanzata nel 2012”, ricostruisce il vice sindaco, “diventata una delibera che conteneva palesi incongruenze, fra cui la possibilità di procedere nella concessione di cambi di destinazione d’uso in assenza di adeguato corrispettivo economico nei confronti del Comune per le plusvalenze che l’Ente era chiamato ad autorizzare. Un vulnus tanto grande nella gestione della politica urbanistica cittadina, che lo stesso assessore Marcello Antonelli che l’aveva proposta, nel luglio del 2013 dovette ritirare la delibera”. “Non basta”, prosegue Enzo Del Vecchio, “a dicembre 2013 una sentenza del Tar ha di fatto bocciato la procedura adottata dall’ex esecutivo, perché, si legge testualmente, non risulta sia stato previsto alcuna disposizione relativamente ai permessi di costruire in deroga’ e dice espressamente”, conclude il vice di Alessandrini, “che il procedimento avrebbe richiesto una modifica dello strumento urbanistico che non si poteva attuare al di fuori del Consiglio Comunale, come avrebbe voluto l’ex maggioranza per risparmiare tempo”.

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