Pescara. Il consigliere provinciale di Pescara Gianni Teodoro, padre dell’assessore comunale Veronica Teodoro, ha chiesto alla consigliera comunale Enrica Sabatini un risarcimento di 250 mila euro per aver sostenuto nel corso di una riunione del Consiglio che la figlia e’ stata nominata assessore per meriti di famiglia e senza competizione elettorale.
Lo ha reso noto la stessa Sabatini, questa mattina, durante i lavori del Consiglio comunale, rivolgendosi al sindaco Marco Alessandrini e parlando del “salto generazionale della ‘Dinasty nostrana”, quella dei Teodoro, che il primo cittadino “ha avallato prostrandosi alle logiche di partito” facendo entrare in giunta una persona che neppure conosceva e che “e’ stata segnalata dal papa’ e dallo zio”, ha spiegato proprio la Sabatini, che alle ultime elezioni amministrative era candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle e ora siede all’opposizione.
All’epoca, dopo la composizione della giunta, Sabatini parlo’ in aula di “familismo amorale” contestando le scelte politiche di Alessandrini che ha fatto entrare nell’esecutivo la giovanissima figlia di Teodoro. “E il cavaliere Teodoro”, ha messo in evidenza la consigliera del M5S, “si è sentito “profondamente turbato e ha chiesto il risarcimento record, sostituendosi alla figlia e pur non essendo protagonista del gioco politico del Consiglio”. Senza voler spiegare “il significato semantico, giuridico, etico e filosofico della parola amorale, che dovrebbe appartenere al sindaco e a Teodoro” Sabatini ha definito “singolare, perfino immorale, che debba finire sulla carta bollata e impegnare giudici e avvocati”.
Parlando della “dimensione politica” di questa vicenda, Sabatini ha chiesto al sindaco di essere “meno timido” e di non nascondersi sempre “dietro a cortine di fumo e alle frasi fatte” e lo ha interrogato sulla esistenza o meno nell’aula consiliare del “diritto di critica politica”. “Mi chiedo e le chiedo – ha proseguito Sabatini rivolgendosi ad Alessandrini – se i concetti di meritocrazia e pari opportunità siano parole vuote da sbandierare davanti ai microfoni e alle luci delle telecamere oppure debbano essere concretamente un faro del buon governo” e se il futuro politico dell’aula “si colorerà di intimidazioni sempre crescenti e se ci saranno nuovi e vani tentativi per mettermi a tacere”.