Pescara e Gallese: amicizia nel nome della duchessa Maria Hardouin, moglie del Vate

Si è svolto ieri nella Museo Marco Scacchi di Gallese, in provincia di Viterbo, un convegno dedicato alla figura, ancora troppo poco conosciuta, della duchessa Maria Hardouin di Gallese, moglie e musa di Gabriele d’Annunzio, madre di tre dei suoi figli e l’unica donna che riuscì, a stargli accanto per tutta la vita, portando sempre con grande dignità il nome del celebre marito.

 

Il convegno è stato organizzato dalla Pro Loco Gallese in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Pro Loco Ostia Aterni di Pescara, con lo scopo di fare nuova luce sulla figura della Duchessa.

Per la prima volta il duca di Gallese e la moglie Altea Altemps, discendenti della di Maria Hardouin, hanno aperto la loro dimora storica risalente al 1500 e hanno ricevuto la delegazione pescarese composta dall’assessora alle tradizioni Cittadine Paola Marchegiani in vece del sindaco, dal presidente e vice presidente della ProLoco Gaetano Ranalli e Mario Spina, nonché dal saggista Franco Di Tizio, dal presidente del Centro Studi Dannunziani Dante Marianacci, dall’attrice e saggista Franca Minnucci, quali relatori del convegno moderato dal professor Italo Rossetti docente universitario.

“Abbiamo avuto modo di tracciare un profilo intenso di quella che è forse una delle donne meno conosciute di Gabriele Dannunzio – così l’assessora Paola Marchegiani – Attraverso lei è stato ribadito e rimarcato anche l’intento fra i nostri rispettivi Comuni di proseguire sulla via di un patto di amicizia delle due comunità, come ci ha assicurato il sindaco Danilo Piersanti”.

“La duchessa Hardouin fu l’unica donna costante nella vita del Vate, perché riuscì a stargli accanto sempre, dandogli tre figli e tramandandone il nome. Giovanissima discendente di una delle famiglie più importanti della nobiltà romana, incontrò il D’Annunzio introducendolo nei salotti della Capitale. Si amarono e si separarono per riavvicinarsi ancora, gli ultimi decenni della sua vita ebbero come cornice il Vittoriale, dove Maria è tuttora sepolta. Dal convegno è emersa una figura determinata e forte, che per il suo grande amore per D’Annunzio venne persino ripudiata dalla famiglia. Un rapporto, il loro, che non è mai stato ostile, ma che ha raggiunto accenti di tenerezza estrema e di profonda intimità e complicità”.

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