Pescara. Ben 800 persone presenti a fronte delle 200 consentite: per questo, su richiesta del questore di Pescara, lo sportello unico alle attività produttive del Comune ha ordinato martedì la chiusura per una settimana del Penelope a Mare, stabilimento tra i più in voga della riviera Pescarese.
Durante un controllo dello scorso 10 luglio, infatti, durante una delle tante serate di movida organizzate dal locale annesso allo stabilimento balneare. Potrà continuare l’attività del lido, ma niente ristorante né serate danzanti. E mentre la titolare annuncia ricorsi legali per richiedere risarcimento dei danni legati ai mancati introiti, la politica cittadina si spacca sull’entità del provvedimento.
“Se è vero che le regole vanno rispettate da tutti”, afferma il capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, “è altrettanto vero che esiste una gradualità nella sanzione di chi eventualmente sbaglia: chiudere oggi, ad agosto, uno stabilimento come Penelope a Mare, che rappresenta una delle perle nella nostra martoriata riviera, significa causare un danno economico e d’immagine di proporzioni enormi non solo ai titolari, ma anche alle decine di persone che vi lavorano. Prima della chiusura sarebbe stato molto più opportuno, a nostro giudizio, adottare altri provvedimenti, come l’avvertimento, il richiamo, persino una sanzione economica, ma la chiusura è davvero un’iniziativa abnorme, peraltro comminata non per un problema di ordine pubblico, ma per un sovrannumero di presenze. Tale iniziativa è veramente lo specchio
dell’inadeguatezza di quel sindaco, Alessandrini, e di quell’amministrazione Pd che oggi governano
la nostra città”.
Ribatte l’assessore comunale alla Gestione del Territorio, Loredana Scotolati: “Si tratta di un atto tecnico e non politico, conseguente ad accertamenti sulla sicurezza fatti dalle forze dell’ordine nel locale. Non ha nessuna attinenza con le politiche turistiche. L’atto, infatti, è un provvedimento dovuto, emesso a fronte delle risultanze dei controlli effettuati dalle forze dell’ordine proprio in merito agli adempimenti sulla sicurezza dei pubblici spettacoli, che, com’è noto, dopo i fatti di Torino, richiedono prescrizioni rigorose per tutti, sia che gli organizzatori siano istituzioni, sia privati. L’Amministrazione è dispiaciuta per quello che è accaduto, ma le regole, soprattutto quando si parla di sicurezza, vanno rispettate. Vogliamo incentivare il turismo e attività che fanno bene all’economia cittadina, ma bisogna osservare le prescrizioni vigenti sugli spettacoli, che in caso di grandi affluenze richiedono adempimenti che nel caso di cui si tratta non sono risultati onorati, come testimonia l’accertamento fatto dalla Questura che ha portato all’emissione del conseguente provvedimento di sospensione delle attività da parte del dirigente del Suap. Un passaggio previsto dalla legge e rispondente a una precisa esigenza normativa: quella di rendere sicura ogni iniziativa che richiama tanta gente. Ben vengano gli eventi, ma nel rispetto di regole che tutelano anche gli organizzatori oltre che il pubblico”.