Medico dell’ospedale di Pescara sull’Himalaya per studiare l’alta quota

Pescara. Partirà il 20 ottobre 2022, la missione internazionale Progetto Himalaya che impegnerà, fino all’8 novembre 2022, un gruppo di 22 italiani, uomini e donne, di età compresa tra i 20 e i 60 anni, seguito e supportato dall’agenzia Dire.

Nel gruppo dei 22, anche il tecnico di Fisiopatologia respiratoria Paolo Prosperi, dell’Unità Complessa Pneumologia della Asl di Pescara. L’unità diretta dalla dottoressa Antonella Spacone, centro di riferimento per le patologie del sonno, è stata coinvolta dall’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti – Pescara, ateneo capofila del progetto scientifico.

I componenti della missione, che hanno vissuto un anno di preparazione fisica e mentale, sfideranno i loro limiti, vinceranno resistenze e paure ataviche per arrivare alla base dell’Everest presso la Piramide di Desio, osservatorio e laboratorio internazionale a 5000 m di quota.

L’alta quota può essere considerata un ‘laboratorio’ naturale per studiare gli adattamenti fisiologici, in relazione all’altitudine e quindi ad una minore disponibilità di ossigeno, che possono alterare la composizione corporea e le stesse prestazioni fisiche dell’individuo.

È noto che l’alta quota abbia effetti negativi sulle persone che normalmente vivono a livello del mare, tanto che l’esposizione ad ipossia ipobarica può avere ripercussioni negative, ma fortunatamente reversibili, su diversi aspetti della fisiologia umana che spaziano dalla fertilità alla struttura e funzione muscolare, alla funzione respiratoria e cardiovascolare alla composizione corporea ed ematica, nonché all’alterazione del sonno.

Obiettivo del progetto è dunque rilevare, registrare e studiare, durante le varie tappe del viaggio, i parametri fisiologici e clinici, le performance fisiche individuali e l’impatto psicologico che un viaggio del genere può avere su sportivi a livello non agonistico.

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